Monza, orrore sui bimbi per il Corano: “Se racconti qualcosa ti uccido”
“Se vai a raccontare qualcosa a casa, ti ammazzo”, “Sai che cosa ti succede se ti lamenti? Finisci al buio, nello stanzino della punizione”.
Sono solo due delle minacce e delle violenze choc che due educatori senegalesi di un’associazione culturale islamica di Seregno perpetuavano sui bambini a loro affidati. I piccoli che frequentavano quel centro islamico avrebbero dovuto imparare l’arabo, le basi della cultura araba, studiare il Corano, ma chi non si applicava abbastanza finiva nel mirino dei due insegnanti. Oltre alle intimidazioni e alle umiliazioni, anche sberle, bacchettate e percosse.
Per questo motivo i due originari dell’Africa sono stati arrestati dall’Arma dei Carabinieri di Monza con l’accusa di maltrattamenti su una dozzina di sventurati fanciulli, che nel doposcuola si recavano nella struttura degli orrori, “Norou Dareyni Touba”.
Le indagini sono partite a metà 2019 in seguito alla segnalazione del Servizio Tutela Minori di Seregno – provincia appunto di Monza-Brianza – per i lividi riportati sul corpo da un bimbo. Lividi notati e “denunciati” da un professore di un a scuola media, insospettitosi per le ecchimosi del suo giovanissimo alunno.
Le immagini raccogli dai militari sono scioccanti: i piccoli venivano fatti inginocchiare e puniti a suon di bastonate. I filmati realizzati da una telecamera nascosta hanno immortalato scene impressionanti. Se qualche fanciullo non rispettava le aspettative dei due insegnanti, veniva preso a botte.
Infatti nei video registrati dalla telecamera montata dagli uomini della Benemerita in una stanza, si vede uno dei due senegalesi colpire i ragazzini con un bastone. Da un’altra stanza, non coperta dalle telecamere, si sentono invece le lacrime di paura di tutti gli altri.
I due senegalesi sono stati sottoposti, rispettivamente, l’uno agli arresti domiciliari e l’altro all’obbligo di firma in caserma. La sede dell’associazione è stata momentaneamente chiusa.
Il Corriere della Sera, nel suo dorso di Milano, scrive che almeno per il momento nessuna delle famiglie coinvolte avrebbe presentato denuncia alle autorità.
“Purtroppo le ‘madrasse’ in Italia e in Lombardia sono già una realtà ed eccone le nefande conseguenze”, è l’amaro e secco commento di Paolo Grimoldi, deputato della Lega. Infine, l’esponente del Carroccio chiosa così: “Sarebbe questa l’integrazione che auspichiamo? Avere le ‘madrasse’ per far crescere bambini come se fossero in Senegal o in altri sultanati e non in Italia?”.
il giornale.it