A fare la spesa invece di lavorare: denunciato furbetto del cartellino
I militari della guardia di finanza di Cefalù hanno deferito all’Autorità Giudiziaria un dipendente del Comune di Campofelice di Roccella, per il reato di truffa aggravata.
Le indagini, scaturite da attività di intelligence economico-finanziaria, sono durate diversi mesi ed hanno permesso di raccogliere un voluminoso dossier dove veniva ricostruita l’effettiva giornata “lavorativa” del dipendente il quale era solito assentarsi dal posto di lavoro, dopo aver timbrato il cartellino di presenza.
Appostamenti, pedinamenti e riprese fotografiche e video hanno permesso di appurare e documentare che l’uomo si allontanava dal posto di lavoro concedendosi prolungate pause per fare la spesa al supermercato e, in alcuni casi, anche per eseguire lavori di giardinaggio presso la propria abitazione.
Successivamente i militari hanno proceduto alla verifica delle “timbrature” effettuate tramite l’analisi dei tabulati delle presenze presso l’ente, così riscontrando le assenze illegittime del lavoratore. Il responsabile è stato pertanto denunciato alla procura della Repubblica presso il tribunale di Termini Imerese per il reato di truffa aggravata e per le false attestazioni di presenza in servizio.
Il precedente
Pochi mesi fa sempre i carabinieri di Cefalù, hanno dato esecuzione a ordinanze di applicazione di quindici misure cautelari personali ad altrettanti “furbetti del cartellino” di Castelbuono e Collesano. Si tratta di nove misure interdittive della sospensione dal pubblico ufficio o servizio per la durata di otto mesi e sei coercitive dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Il provvedimento è stato emesso dal giudice delle indagini preliminari del tribunale di Termini Imerese, su richiesta di quella procura della Repubblica.
Le indagini, avviate sul finire del 2016 dal Norm della compagnia di Cefalù e dalle stazioni di Castelbuono e Collesano, dopo un esposto, consentivano di documentare, sia mediante attività tecniche e sistemi di videosorveglianza sia con tradizionali servizi di osservazione e pedinamento, ripetute e ingiustificate assenze durante l’orario lavorativo da parte di alcuni impiegati comunali di varie aree funzionali, nonché di alcuni lavoratori socialmente utili (nell’ambito del “progetto attività donne” finanziato dalla Regione Siciliana) del Comune di Collesano che erano soliti assentarsi sistematicamente, durante il servizio, per effettuare commissioni personali o addirittura, in alcuni casi, per svolgere altre prestazioni di lavoro per conto di privati (pulizie in ambito domestico e presso stabili condominiali). Nell’indagine, oltre le quindici misure eseguite, ci sono stati diversi altri indagati, pubblici lavoratori dei due Enti nei cui confronti si procede a piede libero.
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