Magdi Allam: “Fermate l’islam, deve essere messo fuori legge. Occuperà l’Italia”

Musulmano, cattolico, editorialista di Repubblica, Libero e Giornale, vicedirettore del Corriere della Sera, scrittore, europarlamentare indipendente eletto nelle liste dell’ Udc, iscritto al Ppe e poi transitato nel gruppo euroscettico Europa delle Libertà e della Democrazia, dove sedevano gli eletti della Lega, già capeggiati da Salvini, per un breve periodo membro dell’ ufficio di presidenza di Fratelli d’ Italia, studente modello del collegio salesiano del Cairo, dove ha imparato l’ italiano giovanissimo e grazie al quale, in quanto miglior diplomato, ottenne nel 1971 la borsa di studio per trasferirsi a Roma a studiare sociologia alla Sapienza, uomo più scortato d’ Italia da che il terrorismo islamico l’ ha messo in cima all’ elenco dei nemici di Maometto da uccidere, per apostasia e per i suoi libri. Magdi Cristiano (da quando nella Pasqua di undici anni fa ufficializzò la propria conversione) Allam è un crocevia vivente. Attraversa i mondi della nostra contemporaneità maturando certezze incrollabili; sull’ islam, l’ Unione Europea, l’ immigrazione, l’ Italia.

Ha compiuto 67 anni giusto una settimana fa ed è in pensione da dicembre. «Mi concentro sulla scrittura di libri e nella mia attività di conferenziere. Giro l’ Italia per diffondere informazione corretta su quel che accade nel mondo». Magdi ha in uscita un testo destinato a far parlare molto, “Stop Islam”, un volume nel quale si propone di dimostrare come quella religione sia «incompatibile con le leggi laiche dello Stato, le regole di civile convivenza e i valori fondamentali della civiltà occidentale, dalla sacralità della vita, alla parità tra uomo e donna al diritto di fare libere scelte individuali». È il lavoro finale di una trilogia, iniziata nel 2017 con “Maometto e il suo Allah, ovvero l’ invenzione del Corano” e proseguita con “Il Corano senza veli”, nei quali Allam racconta la vita del profeta e fornisce una guida per decifrare il testo sacro dell’ islam, illustrando le sue difficili e spesso luttuose declinazioni nell’ incontro con il nostro mondo. La tesi di “Stop Islam” è molto forte, e già si prevedono guai e polemiche. «Scrivo» spiega Magdi «che l’ unico modo per salvaguardare la nostra civiltà è mettere fuori legge l’ Islam, come è stato in Occidente per 1300 anni».
Sai anche tu che è impossibile «Fino a pochi decenni fa l’ Europa considerava l’ islam il suo nemico principale e non ne consentiva la legittimazione. Se non avessimo fermato i guerrieri di Allah con la forza, a Poitiers, Vienna e Lepanto, oggi saremmo completamente sottomessi.
Bisogna avere la forza intellettuale di ammetterlo».

Ma oggi in Europa vivono decine di milioni di musulmani, la maggior parte dei quali sono moderati, vuoi metterli fuori legge tutti?
«Bisogna distinguere tra le persone e la religione. Gli individui vanno giudicati per i loro comportamenti.
Anche io sono stato musulmano, per 56 anni, ma ho sempre anteposto la ragione e il cuore alla fede, recependo del Corano solo quello che è compatibile con le leggi dello Stato. I fedeli possono essere moderati, ma la fede in Allah non lo è, perché prescrive l’ odio verso i miscredenti e la loro sottomissione attraverso la violenza. Pensa agli attentati di Pasqua in Sri Lanka: per noi i ragazzi che si sono fatti esplodere sono terroristi, ma nel loro mondo sono considerati dei buoni musulmani, perché si sono comportati come Maometto, che decapitava personalmente i propri nemici, e hanno ottemperato a quanto prescrive la Sunna, ovverosia il codice di comportamento islamico».
Sono stato colpito dal fatto che fossero tutti istruiti, di buona famiglia e con prospettive «Come i kamikaze dell’ 11 settembre. Mohammed Atta, il capo del commando, era figlio di uno dei più importanti avvocati del Cairo. Sono giovani che, pur accettando la dimensione materiale della modernità, da internet ai soldi ai viaggi, non si riconoscono in quella spirituale.
L’ Occidente è in decadenza e non attira, perché è relativista, mentre l’ islam conquista perché dà certezze: quei giovani hanno sete di valori.
Il problema è che quando uno entra in un’ organizzazione islamica terroristica, dopo poco si rende conto di essere un morto che cammina, la sua alternativa è farsi esplodere o essere ammazzato per apostasia dai suoi fratelli musulmani».

Ti aspettavi l’ attentato di Pasqua?
«Francamente no. Peraltro, poteva essere ben più sanguinoso, visto che è rimasto inesploso un centinaio di ordigni, piazzati anche nelle stazioni. Il vero pericolo mortale però non è il terrorismo, che possiamo sconfiggere perché siamo superiori militarmente e come intelligence, ma l’ occupazione capillare che l’ islam sta facendo del nostro territorio attraverso la proliferazione di moschee, scuole e centri di assistenza islamici finanziati da Paesi che sono nostri nemici. Per questo dico che l’ Europa dovrebbe opporsi a tutto questo e mettere fuori legge l’ islam, invece lo legittimiamo, dandogli valore al pari del cristianesimo e dell’ ebraismo. Ci siamo addirittura inventati il concetto di islamofobia, attraverso il quale si è introdotto il divieto assoluto di criticare e condannare l’ islam».

Pensa che Vittorio Feltri ha subito un processo dall’ Ordine dei giornalisti per aver attaccato l’ islam in un editoriale dopo una strage

«È una follia. C’ è una strategia in atto per sanzionare ogni critica all’ islam. Siamo masochisti: sul Papa e sui cristiani si può dire qualsiasi cosa, perché rientra nella libertà d’ espressione, sul Corano invece non è ammesso nulla. Anch’ io sono stato processato, l’ Ordine voleva radiarmi per islamofobia per le mie critiche a quella religione, ma hanno dovuto rimangiarsi tutto, perché io non ho mai diffamato i musulmani come persone ma l’ attacco all’ islam è legittimo, anzi è costituzionale, visto che l’ articolo 21 della Carta, quello sulla libertà di stampa, consente la critica alle idee».

Perché questa sottomissione culturale all’ islam?
«Abbiamo paura. Temiamo la loro reazione violenta e per questo, un pezzo alla volta, ci arrendiamo a essi. E poi ci sono le implicazioni economiche: la necessità di acquisire petrolio e gas dai Paesi arabi e di vendere loro armi, il bisogno di accedere ai fondi sovrani, l’ attrazione e la cupidigia verso i loro soldi e i loro investimenti in Europa. Noi ci facciamo invadere dalle loro moschee e dalla loro cultura come contropartita per i soldi che ci danno».

A proposito di Europa, da ex europarlamentare, che direzione sta prendendo?
«Il progetto dell’ Unione Europea è globalista, punta a eliminare la sovranità degli Stati e le identità localistiche per creare un unico mega soggetto. Solo così, ci dicono, possiamo competere con i colossi Usa e Cina.
Ma è una bugia, in realtà lo scopo è uniformare l’ umanità, spalancare le frontiere a un’ immigrazione incontrollata e creare un enorme meticciato. Così la gente, senza radici né valori comuni, diventa un semplice strumento di consumo. Stiamo creando un immenso sottoproletariato mondiale di individui che producono al più basso costo possibile. Quello che non dice chi sostiene che dobbiamo competere con Pechino è che in Cina ci sono trecento milioni di ricchi ma un miliardo e duecento milioni di servi della gleba. Questo è il modello che gli eurocrati vogliono replicare nella Ue».

È un processo irreversibile?
«Certo è un errore madornale. Se l’ Unione Europea esistesse come comunità politica e non come ente economico dovrebbe mettere al centro non i conti ma la qualità della vita dei propri cittadini».

È la tesi dei partiti sovranisti: li sostieni?
«Nessun politico è davvero sovranista, perché il sovranismo implica l’ uscita dall’ Unione Europea e dall’ euro e, da che i politici hanno capito che la tesi non è maggioritaria, nessuno ne parla più. Specie sotto elezioni».

Se l’ Europa si sta sottomettendo all’ islam, l’ Italia si sta sottomettendo alla Ue?
«Sì, ma sarebbe più corretto dire a Germania e Francia, che sono i Paesi forti dell’ Unione. Bisogna sempre partire dai numeri. Nel mondo il denaro virtuale, tra cui i titoli tossici e i derivati, è pari a 33 volte il Pil del pianeta. In Europa questo rapporto è 1 a 44. Significa che c’ è una massa di denaro illiquido non convertibile in beni e servizi. A detenerne la percentuale maggiore sono proprio Francia e Germania, la Deutsche Bank è l’ istituto di credito più intossicato in Europa, che pertanto hanno bisogno di controllare politicamente gli altri Stati per non fallire».

L’ Italia secondo te dovrebbe uscire dalla Ue?
«Uno Stato si fonda su tre pilastri: leggi, moneta e sicurezza. L’ Italia ha perso tutte e tre: l’ 80% delle norme che regolano la nostra vita arriva sono trasposizioni di normative Ue, abbiamo l’ euro e, per rispettare i parametri di Maastricht, siamo costretti a tagli che hanno inciso profondamente sulle nostre forze dell’ ordine, che non hanno mezzi adeguati per tutelare il patrimonio pubblico e privato e oggi sono tutelate meno dei criminali. Quanto alla moneta unica, prima del suo ingresso gli italiani avevano un reddito pro capite superiore a quello dei tedeschi. Da che c’ è l’ euro non è più stato così. Siamo stati il Paese che ha pagato il prezzo più alto alla Ue. L’ hanno detto cinque Nobel per l’ economia, non io».

Chi e che cosa può salvarci?
«In queste condizioni, nessuno.
L’ euro ha creato un meccanismo inarrestabile e inestinguibile, con lo Stato costretto a indebitarsi per ripagare i propri debiti. Siccome però lo Stato non può fallire, fa fallire le famiglie e le imprese, strangolandole di tasse. L’ Italia è il Paese più tassato al mondo».
Molti italiani sono convinti che Salvini possa salvarci «Gli italiani sono sempre alla ricerca del salvatore della patria. Cinque anni fa era Renzi, che fu votato non solo dalla sinistra ma soprattutto dai moderati e dai berlusconiani delusi.
Poi si è rivelato uno che predicava bene ma razzolava maluccio. Oggi tocca a Salvini. Dal punto di vista mediatico e di raccolta del consenso è il più bravo, annusa la realtà. Per resistere deve ragionare da statista, pensando alle prossime generazioni e non alle prossime elezioni».

Sull’ immigrazione ti è piaciuto?
«Nel fermare l’ ondata di sbarchi si è mosso bene, ma il problema è un altro. Nei 28 Paesi Ue ci sono 500 milioni di abitanti, e solo il 16% di essi ha meno di 30 anni. Nell’ area che va dal Marocco all’ Iran ci sono altri 500 milioni di persone, il 70% delle quali ha meno di 30 anni. Siamo destinati a essere colonizzati demograficamente. Può salvarci solo una decisa politica per la natalità. Mi sembra che la Lega e Fratelli d’ Italia siano i soli a parlarne».

di Pietro Senaldi

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