La consulta (giallorossa) impone la restaurazione per via elettorale

Non è il popolo a decidere chi deve governare, in Italia è la Corte Costituzionale a stabilire chi deve comandare: sul referendum elettorale siamo alla restaurazione.

Si resta allibiti per quello che sta succedendo nel nostro Paese. La Consulta (giallorossa) conferma la strada che si segue, gravemente, in ogni Palazzo. Gli elettori devono restarsene a casa.

Per la Consulta il popolo non deve contare mai

E’ vietato scomodare gli italiani per recarsi alle urne a scegliere finalmente da chi essere guidati. E non possono nemmeno andare ai seggi per decidere sul referendum elettorale, come pure è accaduto altre volte. No, sei popolo e devi tacere. Non devi contare nulla. Io so’ io…

La decisione con cui ieri la Corte Costituzionale ha vietato al popolo di pronunciarsi sul referendum per il maggioritario è un segnale pesantissimo. Le regioni – che rappresentano decine di milioni di italiani – volevano chiamare gli elettori a scegliere. A Palazzo della Consulta hanno sbarrato le porte al referendum. Mettono il bavaglio al sovrano.

Con il taglio dei parlamentari c’è un problema di rappresentanza parlamentare delle regioni più piccole. Col maggioritario sarebbero tutte garantite. Invece no, si vira sul proporzionale con sbarramento alto.

La nomenclatura decide il ritorno al passato. E se ne impiccia persino Paolo Gentiloni, ora commissario europeo, che esulta per la sentenza della Consulta. A che titolo lo fa? Che c’entra l’Europa con le vicende della democrazia italiana? Siamo proprio roba loro e lo rivendicano pure?

Gioiscono quelli della restaurazione. Il Pd non vedeva l’ora di proseguire nel percorso che ci riporta indietro di decenni. Un partito che non andrebbe mai al potere se a decidere chi governa fossero gli italiana, sognava la scorciatoia delle intese postelettorali: e per questo punta dritto sul proporzionale. Se riuscirà a farcela alle Camere.

Esultano quelli del cambiamento negato. Zingaretti sarà accompagnato da Di Maio, che ha il terrore di scomparire col maggioritario e si aggrappa al sistema elettorale più vecchio che c’è, altro che cambiamento. Sono svergognati.

Il proporzionale con la soglia al 5 per cento significa collocare il sistema politico italiano in modalità retromarcia. Le alleanze si fanno  dopo il voto, porte aperte all’ingovernabilità. Oggi mi alleo con te, domani con l’altro: esattamente quello che fa il Movimento Cinquestelle. Odiavano i partiti, ora li corteggiano a turni alterni.

Il sistema maggioritario – con una quota ancora più alta di quella prevista dal Rosatellum, come propone Giorgia Meloni – almeno obbliga a dichiarare prima le coalizioni che si intendono presentare al giudizio del popolo sovrano.

Il Centrodestra mobiliti gli italiani

Ora c’è da fare solo una cosa. Ed è il Centrodestra che deve puntare ad alzo zero contro la legge elettorale proporzionale che i restauratori stanno discutendo e che come padroni di una maggioranza senza voti popolari pretenderanno di imporre in queste ore

Sergio Mattarella ha già consentito troppi giochi, con la formazione del governo Conte bis. Una legge elettorale contro chi rappresenta autenticamente il popolo italiano, sarebbe davvero gravissima.

Ci si prepari ad una straordinaria mobilitazione in tutta Italia se nel Palazzo non ci sentono. Adesso è il momento di dire davvero basta alla prepotenza. Sia a quella politica che a quella istituzionale. Che è ancora più grave perché pensa di essere intoccabile. Si accorgeranno che non è più così.

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