L’accoglienza della Grecia ha raggiunto il punto di rottura
Come riportato da Ekathimerini, il governo greco guidato da Kiriakos Mitsotakis sta portando avanti un piano di miglioramento delle strutture di prima accoglienza per i migranti nelle isole dell’Egeo. L’operazione, che una volta conclusa dovrebbe portare allo smantellamento delle tendopoli accusate di essere centri pericolosi per la salute, non accoglie però il favore della popolazione ellenica. I principali dubbi sono rivolti all’enorme mole di costi delle nuove strutture, che pesano sulla già traballante economia di Atene e cui fondi destinati potrebbero essere utilizzati per favorire la ripresa economica. Inoltre, la popolazione insulare è arrivata allo stremo delle proprie forze, dovendo far fronte da troppo tempo ad una crisi migratoria che sembra ormai del tutto fuori dal controllo.
I centri miglioreranno la sicurezza
Secondo quanto riferito dal premier Mitsotakis e dal viceministro del Lavoro Notis Mitarakis, i centri così strutturati saranno destinati all’accoglienza di migranti nel limite massimo dell’1% rispetto alla popolazione locale, così da limitare l’impatto nelle comunità. Tuttavia, alla luce dei dati relativi all’immigrazione irregolare che dalle coste turche arriva nell’Egeo, la cifra sembra sottostimata ed il rischio che le tendopoli continuino a svilupparsi non è da sottovalutare. In ogni caso, la decisione del governo è definitiva ed il progetto verrà ampliato nei prossimi mesi.
Il portavoce Stelios Petsas ha fatto sapere come non sia solo la migliore igiene l’obiettivo dell’esecutivo, ma anche la maggiore sicurezza che verrebbe garantita nelle aree interessate. L’ottica è quello di migliorare il rapporto di convivenza tra la popolazione greca ed i migranti, che negli ultimi anni hanno vissuto momenti di tensione: tuttavia, la possibilità che ciò accada per davvero rimangono estremamente remote.
Più controlli ai confini
I centri di accoglienza dalle capacità così ridotte sono stati progettati in virtù della maggior protezione dei confini e di un migliorato sistema di identificazione che il governo greco ha promesso per il 2020, che dovrebbe dare i primi risultati già nei primi mesi dell’anno. Il lavoro, frutto della collaborazione trilaterale tra Grecia, Unione europea e Turchia dovrebbe limitare la mole di migranti che entreranno nel Paese: situazione che ha comunque riscontrato la scetticismo del popolo greco, soprattutto per quanto riguarda la posizione di Ankara.
La risposta più dura alla soluzione del governo è stata data dal comune di Chios, che ha respinto la proposta della costruzione di una struttura sull’isola per l’accoglienza dei migranti. La popolazione locale ha infatti ribadito come fosse disponibile ad un centro per l’identificazione (della capienza massima di 500 persone) e che non avrebbe accettato ulteriori profughi sulla piccola isola. La decisione ha provocato la rabbia di Mitarakis, il quale ha sottolineato come la nuova struttura sarebbe stata fondamentale per il regolare svolgimento dei lavori.
Le proteste non si sono limitate però al solo comune di Chios: in tutta la Grecia analoghe proteste rischiano di compromettere il piano del governo di Mitsotakis, rischiando di mandare a monte il piano di ammodernamento e miglioramento delle strutture di accoglienza. Ancora una volta, il più grande avversario nell’organizzazione centrale della politica ellenica sarà la popolazione della Grecia.