Stretta dell’Austria sull’Islam: “14enni a scuola senza il velo”
L’Austria va verso lo stop al velo nelle scuole. Il cancelliere Sebastian Kurz, infatti, ha paventato la velleità di introdurre il divieto negli istituti del Paese, un divieto che interesserebbe le ragazze sotto i quattordici anni di età.
Linea dura sull’immigrazione e sull’Islam, insomma. Il pugno di ferro del leader del Partito Popolare Austriaco non si è ammorbidito nonostante l’alleanza di governo con i Verdi e l’addio all’asse con l’estrema destra.
Intervistato dal Financial Times, il cancelliere federale dell’Austria ha sottolineato l’urgenza di lottare in modo ficcante contro l’immigrazione clandestina per non rischiare “fra dieci o vent’anni di trovarsi a vivere in un Europa che non è più la stessa”.
“È importante proteggere il nostro ambiente, ma è anche altrettanto importante decidere chi può vivere nel nostro Paese e chi non ha i giusti requisiti per farlo”, le altre sue parole al quotidiano britannico. La volontà di Kurz, raccontata sempre al Ft, è quella di “proteggere le giovani donne dagli effetti collaterali dell’immigrazione, che è un’emergenza tanto grande quanto quella climatica”.
Ed ecco allora che arriva la proposta di legge per vietare nelle scuole il velo alle teenager di età inferiore ai 14 anni di età. Entrando nello specifico del provvedimento in fase embrionale, si tratta di una proposta che rappresenta un inasprimento della già vigente normativa varata dal precedente governo di Kurz – quello in cui i Popolari erano in maggioranza con il Partito della Libertà austriaco (Fpo) – che aveva reso valido il suddetto divieto sul velo solamente per le studentesse che non avessero ancora spento le dieci candeline.
In soldoni, Kurz sostiene che un migliore controllo dell’immigrazione è parte integrante della protezione dell’identità culturale. Motivo per il quale, il numero uno austriaco ha anche annunciato una stretta sulla sicurezza, comunicando anche la possibilità di ricorrere alla detenzione preventiva di immigrati sospettati di estremismo religioso.
Quell’asse con l’Fpo, che gli è costato l’appellativo di “Baby Hitler” – affibbiatogli da un Ong – non è stato mai rinnegato da Kurz, che nella chiacchierata con il giornale d’oltremanica ha rivendicato l’esperienza di governo con gli ultra nazionalisti: “In questi diciotti mesi l’esecutivo ha fatto molte riforme. Inoltre, siamo riusciti nell’impresa di ridurre il nostro debito pubblico. E, non scordiamocelo, abbiamo abbattuto il carico fiscale sui contribuenti e bloccato i flussi migratori clandestini”.
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