D’Annunzio nel mirino degli ignoranti antifascisti: imbrattato un bellissimo murale raffigurante il Vate
Verso Gabriele D’Annunzio un ennesimo episodio di ignoranza rossa. Stavolta a Pescara, dove un bellissimo murales raffigurante D’Annunzio è stato vandalizzato da una scritta con una bomboletta spray. “D’Annunzio fascio”, il contenuto di questo vile anonimo. Siamo purtroppo ostaggi di questa gentaglia, che vive di odio e di ignoranza. Violente ultra-minoranze che dai centri sociali e altri luoghi ad di fuori della legalità vorrebbe zittire, imbrattare, violentare tutto ciò che a loro non piace. Il murales con l’effigie di Gabriele D’Annunzio è sulla facciata dell’Archeoclub sul ponte D’Annunzio a Pescara. Mi auguro che venga restaurato quanto prima. Mi appello al direttore del Secolo d’Italia per lanciare anche una raccolta fondi, ovemai servisse. Sono sicuro che in tanti risponderanno.
D’Annunzio fascista? Ma quando mai…
Questa credenza del “D’Annunzio fascista” è dura a morire. Fu creata ad arte dopo la Seconda Guerra Mondiale. Lo scopo era quello di eliminare dalla scena pubblica il primo intellettuale d’Italia (letto anche da Togliatti), il poeta italiano più grande del Novecento. L’uomo che per primo inventò il marketing in Italia e un soldato di grande valore. Bisognava insomma cancellare l’idea che la destra potesse esprimere uomini di cultura. Fedeli al concetto gramsciano di egemonia, il “fascista”, il grande poeta fu cancellato. Proprio perché fascista. Ovviamente il tentativo è fallito, ma è rimasta questa etichetta di “fascista” attaccata a D’Annunzio. Si tratta della solita ignoranza rossa: non sanno, ma ti impongono la loro versione. D’Annunzio fu D’Annunzio. Basta leggere qualche articolo di Giordano Bruno Guerri (non pretendo che nei centri sociali leggano libri) per capirlo.
“Fascista” è chiunque non la pensi come i violenti dei centri sociali
Certamente il fascismo prese dal genio del poeta abruzzese simboli, motti e parole. Ma fu il fascismo a essere in parte dannunziano. Ma solo in parte. Lui era troppo preso da sé e troppo di un’altra generazione per essere fascista. Tra l’altro i rapporti burrascosi tra il Duce e il Vate potrebbero riempire libri, le battute velenose dell’uno contro l’altro si sprecano e mai poi mai D’Annunzio prese la tessera. Ovviamente tali finezze non possono essere sottoposte all’attenzione di menti poco lucide, che dichiarano “fascista” chiunque non la pensi come loro. Per i rossi erano fascisti Moro e Fanfani, Craxi e Berlusconi, Renzi e Salvini. Tutti fascisti. E quindi nessun fascista. Tutti coraggiosi antifascisti armati di bomboletta. Peccato che non ci siano più i fascisti. Ma dubito che questi novelli partigiani spray sappiano chi sia Pasolini.