Luigi Bisignani, voce dal Vaticano: “Se avesse saputo di Papa Francesco, Ratzinger non si sarebbe mai dimesso”
Luigi Bisignani, nella sua lettera a Il Tempo, immagina in Paradiso Francesco Cossiga e Giulio Andreotti che guardano su Netflix il film I due Papi. “Una vera mascalzonata”, commenta Andreotti. “Già, peggio del Divo di Sorrentino su di te”, dice Cossiga. Il problema per Andreotti è che “questi film, che distorcono la realtà con ambientazioni ben ricostruiti, generano disinformazione per le generazioni future”. Cossiga è d’accordo: “Eh si, il mio amico Ratzinger dipinto come un nazista e Bergoglio come un fiancheggiatore dei generali argentini”.
“Comunque nel film c’è la duplice volontà di calcare, da una parte, la crisi profonda della Chiesa manifestata sotto Benedetto XVI, dall’altra, la speranza di riconoscere in Papa Francesco l’artefice della sua riforma”, sostiene Cossiga. Ma la realtà, spiega Cossiga “è diversa. Il papato di Ratzinger fu estremamente riformista: le finanze vaticane ottennero la white list dalle autorità internazionali; sul piano della morale, i Legionari di Cristo subirono un commissariamento e molto fu fatto in materia di pedofilia. Ma, com’era prevedibile, un tale lavoro mal fu sopportato”.
Non solo. “Il film fa emergere, addirittura, una indicazione di Benedetto nell’ elezione di Bergoglio… avvicinati, ti dico una cosa all’ orecchio, così non ci sente lo Spirito Santo…”, “Se l’ avesse anche solo immaginato, Ratzinger non si sarebbe mai e poi mai dimesso. Figurati che per quattro anni Bergoglio non mise piede a Roma, infuriato com’era che la sua domanda di udienza al Papa per risolvere la questione della nomina di Ruiz a Rettore dell’ Università Cattolica d’ Argentina non ricevesse risposta, mentre a Castel Gandolfo non era proprio di casa”.