Ecco l’odissea dei poliziotti: “Rischiamo per i clandestini”
Centinaia di clandestini persi dai radar per la mancanza di soldi. La questione a Livorno è piuttosto seria e grave: “La macchina burocratica è talmente paludosa che ci rimette il territorio”.
In tutto ciò vengono colpiti i poliziotti, non solo dal punto di vista fisico per il pericoloso mestiere svolto ogni giorno: a questo si aggiunge anche l’esborso di loro tasca per pagare le spese di missione per espellere gli stranieri irregolari, che in molti casi usano i rimpatri per farsi le vacanze. Spesso però gli agenti non possono anticipare i soldi e la questura non ha le capacità economiche per sostenere i costi per l’espulsione dei clandestino: in tal caso l’immigrato “viene invitato a ripresentarsi entro 15 giorni all’autorità” e poi gli viene consegnato un foglio “che consente di procedere alla pratica di epulsione”.
La missione di accompagnamento è una vera e propria odissea: “Spesso si svolge alla sera e lo compie l’agente che era di turno alla mattina”. Tradotto: “Se deve arrivare a Potenza, da Livorno, impiega 15 ore, lavorando 24 ore di fila”. Quasi quotidianamente i poliziotti si ritrovano a dover anticipare soldi per le missioni, tra benzina, albergo, pedaggi e pasti. Effettuando anche straordinari e con carenze piuttosto eclatanti: “Sulle uniformi, sulle fondine, sulle automobili: le dotazioni sono vecchie. Lavoriamo in quattro in uffici di 7 metri quadrati con fotocopiatrici e scrivanie”. Il tutto rischiando anche la vita: “Subiamo un’aggressione ogni 4 ore. E chi ci assale lo fa con la certezza della totale impunità”.
“Il clima è incandescente”
Nell’intervista rilasciata a Il Giorno, Felice Romano ha rivelato inoltre che ci sono casi in cui gli agenti faticano a far quadrare il bilancio familiare dovendo anche pagare per lavorare: “Ne conosco troppi che non arrivano a fine mese. Siamo tra le categorie con il numero maggiore di separazioni e quando guadagni 1.200-1.300 euro al mese, dovendo anche versare gli alimenti, diventa difficile vivere. Figuriamoci anticipare le spese professionali”. Il segretario generale del Sindacato italiano unitario lavoratori polizia ha spiegato che il fondo esiste, ma l’immigrazione clandestina “è imprevedibile e la distribuzione di risorse così organizzata non copre tutto”.
Non sempre i tempi del rimborso sono rapidi: “Dipende dalla mole di lavoro della questura”. È lecito pensare che – di fronte a una situazione del genere – si stia pensando di scendere in piazza, ma al momento non sembra essere un’ipotesi concreta: “Il clima in Italia e all’estero è incandescente, non sarebbe responsabile. Il governo ci ha fatto promesse, attendo di leggere la legge di Stabilità”. Il sindacato infine ha avvertito chiaramente: “Se ci sono le condizioni per trattare, bene, altrimenti ci arrabbieremo”.
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