Zingaretti: “Sciolgo il Pd e lancio un nuovo partito”
La tabella di marcia dettata da Nicola Zingaretti è chiara e precisa: “Vinciamo in Emilia-Romagna e poi cambio tutto: sciolgo il Partito democratico e lancio il nuovo partito”.
Una campagna elettorale condotta “in splendida solitudine” per appoggiare Stefano Bonaccini, senza il sostegno di Movimento 5 Stelle e Italia Viva. Il dem ha giustificato la scelta dicendo che “in questi mesi la domanda di politica è cresciuta, non diminuita” e perciò a suo giudizio è arrivato il momento di “aprirci e cambiare per raccoglierla”. Ha in mente non un nuovo partito qualsiasi: “Penso a un partito nuovo, un partito che fa contare le persone ed è organizzato in ogni angolo del Paese”.
Nell’intervista rilasciata a La Repubblica, il segretario del Pd ha spiegato che con la nuova legge elettorale vi è la forte necessità di “costruire il soggetto politico dell’alternativa, convocando un congresso con una proposta politica e organizzativa di radicale innovazione e apertura”, rivolgendosi “alle persone e non alla politica organizzata”. Dunque bisogna aprirsi “alla società e ai movimenti che stanno riempiendo le piazze in queste settimane”, senza però lanciare un’opa alle sardine: “Rispetto la loro autonomia: ma voglio offrire un approdo a chi non ce l’ha”.
“Alleanza come un’orchestra”
Il governatore della Regione Lazio ha parlato anche del governo giallorosso e ha avvisato: “È inutile che ci giriamo intorno, non possiamo fare melina fino al 26 gennaio, non possiamo fare ogni giorno l’elenco delle cose sulle quali non c’è accordo nella maggioranza”. E ha ribadito una massima che ripete quotidianamente al premier Giuseppe Conte e al ministro Luigi Di Maio: “Un’alleanza è come un’orchestra, il giudizio si dà sull’esecuzione dell’opera, non sulla fuga di un solista che casomai dà pure fastidio alle orecchie”.
Riprendendo gli ultimi sondaggi, Zingaretti ha espresso felicità per la compattezza dei dem: “La linea unitaria sta pagando, come dimostrano i sondaggi, e casomai apre contraddizioni in chi non vuole scegliere. L’Italia sta gradualmente tornando a uno schema bipolare”. Anche perché il Partito democratico rappresenta “il secondo partito italiano, e siamo l’unico partito nazionale dell’alleanza, l’unico che si presenta ovunque alle elezioni”. Il segretario del Pd infine ha esplicitato una precisazione per caricare i suoi: “Siamo l’unico partito sul quale si può cementare il pilastro della resistenza alle destre”.
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