Vendeva pane e panelle, ma aveva il reddito di cittadinanza
L’ennesimo furbetto del reddito di cittadinanza. Da mesi i carabinieri di Palermo e provincia stanno lavorando per stanare i furbetti del beneficio dei 5 stelle.
I carabinieri della stazione di Resuttana Colli hanno denunciato a Palermo un 51enne per violazione della normativa sul reddito di cittadinanza. Secondo le indagini portate avanti dai militari dell’Arma. È emerso che l’uomo percepiva 890 euro, svolgeva abusivamente l’attività di vendita ambulante di panini, nei pressi dello stadio “Renzo Barbera”, durante gli incontri di calcio del Palermo. L’uomo nonostante avesse diritto al reddito, i fine settimana lavorava come venditore ambulante di pane e panelle.
Il suo mezzo è stato sequestrato amministrativamente perché al momento del controllo era privo della copertura assicurativa. A questo si aggiunge anche la comunicazione che i carabinieri hanno fatto all’Inps per la sospensione del beneficio. Nonostante in questi mesi siano stati acclarati numerosi casi di persone che hanno ottenuto il beneficio senza realmente possederne i requisiti il premier Giuseppe Conte ha bollato il reddito di cittadinanza come una misura di civiltà e di giustizia sociale. “Affronta il problema della povertà assoluta che riguarda le persone che non avevano di che vivere. Ricordo che alcuni beneficiari mi hanno scritto dicendo che per la prima volta hanno potuto mangiare una bistecca – afferma il premier Giuseppe Conte -. Diverso discorso riguarda le modalità applicative: dobbiamo continuare a monitorare l’applicazione di questa misura e rafforzare il suo collegamento alla formazione e riqualificazione professionale e alla occupazione”.
Secondo Unimpresa i dati sul Rdc sono abbastanza allarmanti perché il beneficio ammonterebbe a quasi 26 miliardi di euro il totale del costo del reddito di cittadinanza, nel triennio 2020-2022, a carico del bilancio pubblico. Nello stesso arco di tempo, invece, alle politiche attive per il lavoro sono destinate risorse per 9,7 miliardi. Dalle casse dello Stato, poi, usciranno 88,4 miliardi per la scuola, 25,5 miliardi per l’università, 11,6 miliardi per la ricerca, 15,1 miliardi per le grandi opere pubbliche e le infrastrutture. Il contributo dell’Italia all’Unione europea salirà dai 20,5 miliardi del 2020 ai 24,4 miliardi del 2022 per un totale, nel triennio, di 68,2 miliardi. Questi i dati principali di un’analisi del Centro studi di Unimpresa che ha realizzato uno “spaccato” sui conti pubblici italiani prendendo in esame il budget del triennio 2020-2022 relativo a lavoro, istruzione e ricerca, grandi opere, Unione europea e organi costituzionali. “Gli squilibri sono evidenti: si danno troppe risorse a quello che di fatto è puro assistenzialismo, mentre lo Stato continua a investire troppo poco sulle politiche attive per il lavoro, per la scuola e la ricerca, per le grandi opere pubbliche” commenta il presidente di Unimpresa, Giovanna Ferrara.
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