Poveri grillini, per Beppe sono “analfabeti”
Non bastava aver salutato Alessandro Di Battista all’aeroporto. Da ieri, vuole conversare solo con poeti e letterati, e dunque ci lascia anche Beppe Grillo, ultimo riferimento degli incompetenti, patrono degli squinternati, il solo capace di portare all’attenzione dei media il dramma dei terrapiattisti, quegli uomini e quelle donne che non credono nella sfericità della terra: «Cervelli che non scappano davanti a nulla, che non hanno pregiudizi perché nessuna legge della fisica è definitiva»
Avevamo infatti segnalato che c’era qualcosa di profondo e nuovo nella commozione di Grillo («Con un velo di commozione ho ieri ricevuto»), da pochi giorni insignito dalla World Umanistic University di Quito (Ecuador) di una laurea in Antropologia, di un dottorato di ricerca in Scienze umane, titoli patacca che hanno fatto sorridere tutti, ma che sul serio hanno cambiato l’uomo che con il vaffa si è preso l’Italia. Non abbiamo potuto che sgranare gli occhi quando sul suo Blog, ormai diventato scientifico e rigoroso più della rivista Science, è apparso il post «L’analfabeta politico», la più formidabile abiura mai apparsa da Galileo in avanti, la più spietata invettiva mai rivolta al M5s. In un sonetto preso da Bertolt Brecht, Grillo si è dunque scagliato contro il peggiore degli individui che a suo parere è l’analfabeta politico che «non sente, non parla né s’interessa degli avvenimenti politici». Fin qui, anche gli specialisti della sua lingua immaginifica e sconclusionata, hanno subito pensato che si trattasse dell’ennesima presa in giro, uno sberleffo che demolisce l’analfabeta, ma in realtà per lodarlo. E invece, Grillo ha continuato nel suo sfogo (allora non era più uno scherzo) e ha in pratica smascherato e demolito il suo elettore, quello che in questi anni ha educato all’antipolitica, ma che, ieri, è stato denunciato al tribunale dei competenti (formato dagli elevati Giuseppe Conte e dal neoministro dell’Università e della Ricerca, Gaetano Manfredi). Ed è incredibile leggere, sul suo blog, questi passaggi degni di Vilfredo Pareto o presi dall’opera di Max Weber, La Politica come professione: «L’analfabeta politico è così somaro/ che si vanta e si gonfia il petto/ dicendo che odia la politica/ Non sa l’imbecille che/ dalla sua ignoranza politica nasce la prostituta/ il bambino abbandonato, l’assaltante/ e il peggiore di tutti i banditi». Ha trascritto proprio questo e anche se era impossibile vederlo era possibile tuttavia immaginarlo nella sua villa seduto a fissare la laurea sul muro, la lapide di quanto di eccezionale e catastrofico è riuscito a creare con quel movimento e che adesso ripudia, proprio come le teorie antivacciniste, la piattaforma Rousseau, tutte le diavolerie tecnologiche che oggi, come i vecchi.
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