Quel summit segreto del Pd per cancellare i dl Sicurezza
Saranno al centro dell’agenda di governo 2020 e, intanto, potrebbero trovarsi già sul piatto del conclave del Partito Democratico, che si terrà a Rieti la prossima settimana.
Il governo giallorosso punta alla revisione dei due decreti voluti dall’allora ministro dell’Interno Matteo Salvini, in tema di migranti e sicurezza.
Per i dem, i due decreti sono tra i temi cruciali, da affrontare nel nuovo anno. Lo aveva già annununciato Nicola Zingaretti che, poco prima di Natale diceva: “Sui decreti sicurezza vanno assunti i rilievi del presidente della Repubblica, è indecente che chi salva una vita umana debba pagare una multa”. I testi sarebbero già quasi pronti e consisterebbero in una “revisione consistente”. L’attenzione ai due decreti non è un segreto, tanto che anche il premier Giuseppe Conte aveva inserito la loro revizione tra le questioni al centro dell’agenda di governo, sostenendo che alcune parti dei due testi dovevano essere modificate: “Vanno depurati da condizioni che io stesso ritengo inaccettabili”, aveva detto, come ricorda Agi.
Intanto, in attesa di una mossa di governo, il Pd ha proposto una legge, che mira ad abrogare le parti più controverse del decreto Sicurezza e del Sicurezza bis. La deputata dem Giuditta Pini l’aveva presentata lo scorso 24 ottobre e prima di Natale la proposta è stata assegnata alla commissione Affari costituzionali di Monteciterio. Perché venga analizzata potrebbe volerci del tempo, ma intanto i dem hanno fatto il primo passo. Il testo della proposta prevede l’abrogazione di tre articoli del primo decreto Sicurezza, in vigore da ottobre 2018. La legge cancellerebbe il Capo I, relativo alle “Disposizioni urgenti in materia di disciplina di casi speciali di permesso di soggiorno per motivi umanitari e di contrasto all’immigrazione illegale”, il Capo II su “Disposizioni in materia di protezione internazionale” e il Capo III, che parla delle “Disposizioni in materia di cittadinanza”.
Per quanto riguarda il Sicurezza bis, invece, la modifica interesserebbe l’articolo 1,2,3 e 3 bis, mirando soprattutto all’eliminazione dei nuovi poteri affidati al Viminale. L’articolo 1 del decreto Sicurezza bis prevede che il ministro dell’Interno possa “limitare o vietare l’ingresso, il transito o la sosta di navi nel mare territoriale, salvo che si tratti di naviglio militare o di navi in servizio governativo non commerciale, per motivi di ordine e sicurezza pubblica”. L’articolo 2, invece, riguarda le Ong e le multe alle navi che non rispettano il divieto di ingresso in acque italiane: in caso di violazione, la legge prevede il “pagamento di una somma da euro 10.000 a euro 50.000”. Infine, il testo Pini mira ad abrogare il delitto di resitenza.
All’ipotesi dei giallorossi di modificare in modo sostanziale i due provvedimenti voluti da Salvini, il leader della Lega ha risposto, annunciando battaglia: “Faremo le barricate fuori e dentro il Parlamento”. E oggi è tornato all’attacco: “Se il Pd vuole modificare i Decreti Sicurezza, togliendo poteri a Sindaci e Forze dell’Ordine, e facendo ripartire il business legato all’immigrazione clandestina, siamo pronti a raccogliere un milione di firme degli Italiani per indire un referendum su sicurezza e immigrazione”.
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