Germania, cittadino turco attacca gli agenti. La polizia spara e lo uccide
In Germania ha di recente avuto luogo l’uccisione di un cittadino turco da parte della polizia, in quanto l’uomo avrebbe assalito degli agenti in servizio.
Un trentasettenne straniero, riporta la Bbc, ha infatti aggredito, la scorsa domenica, una pattuglia delle forze dell’ordine di stanza proprio davanti al commissariato di pubblica sicurezza di Gelsenkirchen, nella Renania Settentrionale-Vestfalia.
Il soggetto avrebbe iniziato a prendere a bastonate la volante parcheggiata davanti all’ufficio di polizia, per poi scagliarsi contro due uomini in divisa che si trovavano allora a pochi passi dall’auto di servizio.
In base alle ricostruzioni dell’accaduto diffuse dalle autorità locali e rilanciate da Deutsche Welle, l’aggressore avrebbe messo in pericolo l’incolumità dei tutori dell’ordine cercando di sguainare contro di loro un “coltello” che teneva risposto dietro la sua schiena.
Gli agenti presenti in quei momenti concitati davanti al commissariato hanno di conseguenza intimato al cittadino turco di arrendersi, ma, rimasto inascoltato il loro ordine, hanno successivamente deciso di ricorrere alle armi per neutralizzare la minaccia rappresentata dal trentasettenne.
Sarebbe stato, riferisce l’emittente tedesca, un poliziotto di soli ventitré anni ad aprire il fuoco contro l’assalitore. A uccidere quest’ultimo, precisa la Bbc, sarebbero stati ben quattro colpi di pistola esplosi dalla forza pubblica.
Subito dopo il decesso violento dell’aggressore, gli organi inquirenti si sono messi al lavoro per portare alla luce i motivi alla base del suo gesto. Dai primi accertamenti effettuati nell’appartamento del giovane, puntualizza il network britannico, non sarebbero emersi legami tra l’assalitore e la galassia terroristica.
Le forze dell’ordine starebbero quindi insistendo sulla tesi secondo cui a spingere il cittadino turco ad attaccare quella pattuglia sarebbe stata una sua “malattia mentale”. Tale ipotesi, evidenzia sempre la Bbc, è attualmente condivisa da Herbert Reul, ministro dell’Interno della Renania Settentrionale-Vestfalia.
Nonostante gli inquirenti propendano ormai per la versione che esclude la matrice jihadista dell’accaduto, gli agenti continuano ad analizzare il materiale informatico rinvenuto e sequestrato all’interno dell’abitazione del trentasettenne, nonché a vagliare le testimonianze secondo cui egli, avventandosi contro le forze dell’ordine, avrebbe gridato”Allahu Akbar” (Allah è grande).
il giornale.it