Nordafricani pestano a sangue commesso per una cartina di sigaretta
Lo hanno accerchiato, preso a calci e pugni e come se non bastasse gli hanno anche puntato un coltello alla gola.
Il motivo? Non aveva una cartina da dargli per farsi uno spinello. L’angosciante vittima di questa terribile vicenda, accaduta pochissimi giorni fa, è un giovane 23enne di Livorno, Simone Cesarano, commesso in un negozio di Pisa, che è stato affrontato da 5 stranieri (probabilmente nordafricani), nel sottopassaggio della stazione della città con la torre pendente.
Secondo quanto riportato dal quotidiano Il Tirreno il giovane è uscito dal negozio dove era stato assunto da un paio di settimane alle 20:30 e si è diretto verso la stazione per prendere il treno che da Pisa lo avrebbe riportato nella sua Livorno, quando è stato circondato da 5 uomini, tutti di circa 25-30 anni, scuri di carnagione, che gli hanno chiesto una cartina. Il livornese, che di cartine non ne aveva per davvero, ha risposto di no, senza pensare minimamente che questo rifiuto avrebbe generato l’inferno: il 23enne è stato infatti accerchiato dai nordafricani che lo hanno gettato a terra e colpito con una tremenda raffica di calci e pugni. Poi, come se questo non fosse sufficiente, i suoi aggressori gli hanno anche puntato un coltello alla gola, tutto questo nell’indifferenza generale.
Solo le urla di un passante hanno fatto sì che i 5 uomini si allontanassero finalmente dal povero 23enne, il quale è salito finalmente sul treno che lo ha riportato a casa, col volto tumefatto e sanguinante. Cesarano si è quindi diretto verso il pronto soccorso, dove i medici hanno riscontrato un trauma all’occhio ed uno alla tempia, con una prognosi di 7 giorni. La tac alla testa fortunatamente ha escluso problemi più seri.
Uscito dall’ospedale Cesarano si è diretto alla polizia presentando la denuncia. La Polfer di Livorno si è messa in contatto con quella di Pisa: purtroppo pare che le telecamere del sottopassaggio ferroviario non fossero funzionanti. Gli inquirenti sperano che gli altri impianti di video-sorveglianza posti nelle vicinanze possano aver ripreso immagini utili al riconoscimento dei 5 nordafricani.
Il commesso ha affidato la sua amarezza al noto social-network Facebook, dove si è lasciato andare ad un comprensibile sfogo, puntando il dito in particolare contro quelli che non sono intervenuti in sua difesa: “Tutti quelli che hanno visto questa scena non si sono neanche fermati, a parte un povero cristo che è venuto a aiutarmi. Se al mio posto ci fosse stata una ragazzina o un’anziana cosa sarebbe successo? Sarebbero morte? È pericolosissimo” – ha concluso Cesarano.