Tensione al centro migranti: aggredisce alcuni poliziotti, arrestato nigeriano
Sono dovuti intervenire gli agenti del commissariato di polizia di Giugliano in Campania-Villaricca, nel Napoletano, per sedare una rissa in un centro di accoglienza di cittadini stranieri.
I poliziotti sono stati chiamati dagli operatori sociali perché un migrante nigeriano di 34 anni rifiutava di trasferirsi presso un’altra struttura. L’uomo si era avventato contro il personale del centro di accoglienza, non accettando il provvedimento della Prefettura di Napoli. Lo straniero non si è calmato neppure all’arrivo degli agenti del commissariato, anzi si è rivoltato anche contro di loro prendendoli a calci e pugni. Successivamente il nigeriano ha cercato addirittura di sfilare la pistola dalla fondina di un poliziotto ed è stato bloccato con lo spray urticante.
A quel punto le forze dell’ordine hanno arrestato l’aggressore, che dovrà rispondere davanti ai giudici di resistenza, violenza, lesioni a pubblico ufficiale e danneggiamento aggravato. Verrà giudicato con rito direttissimo. Il numero di stranieri provenienti dalla Nigeria cresce sempre di più in Campania, con un incremento anche delle attività malavitose legate ai loro affari illeciti. La cosiddetta “mafia nigeriana”, che si è già insediata sul territorio da anni, ha assunto il controllo di un’intera provincia, quella del Casertano. In particolare, questa organizzazione criminale comanda sul litorale Domizio e si estende anche a livello internazionale.
Il proliferare della “mafia nigeriana” ha attirato l’attenzione dell’Fbi, che ha iniziato a collaborare con la Procura di Napoli. Gli inquirenti sono sulle tracce dei capi dell’organizzazione, che hanno messo in piedi traffici illegali in tutto il mondo, in particolare in Spagna, Danimarca e oggi anche negli Stati Uniti. Castelvolturno, in provincia di Caserta, continua ad essere la base di questa attività che, come dai dati in possesso dei carabinieri, si fonda su un giuramento di sangue. Sfruttamento della prostituzione, spaccio di droga e introduzione sul territorio di clandestini, che spesso diventano manovalanza criminale (gli uomini) e merce sessuale (le donne). Sono circa 25mila gli immigrati nigeriani e ghanesi che affollano le palazzine diroccate del litorale, dove l’alternativa è solo il lavoro nei campi per pochi spiccioli.
Fondamentale nell’attività d’indagine delle forze dell’ordine resta la testimonianza dei pentiti, che hanno fatto parte di quel clan, un’arma che dà la possibilità agli inquirenti di penetrare nelle strette maglie di un’organizzazione cha ha sfidato e, in alcuni casi, battuto la camorra locale.
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