Santoro va in piazza con le sardine: “Salvini e Meloni sono simili a Hitler”
Michele Santoro accoglie l’invito delle sardine e annuncia la sua presenza oggi a piazza San Giovanni, dove il movimento antifascista si riunirà per la sua prima manifestazione nazionale.
Ha sposato la loro causa perché a suo giudizio rappresentano la risposta a una domanda ben precisa: “Dove sono finiti quei milioni di persone che avevano messo alle finestre le bandiere arcobaleno durante la guerra in Iraq, i girotondi, il movimento ecologista presente in mille parti d’Europa?”. Sono figli di una necessità di dire “che le idee di rivolta non sono mai morte, come diceva la vecchia canzone”: grazie a loro è stato possibile “spalancare le finestre” e far “entrare luce per quelle persone che rimanevano in casa demoralizzate”. E non ha assolutamente condannato “Bella ciao” intonata nelle piazze: “C’è una destra aggressiva in Italia? Sì, allora ribadiamo che i valori dell’antifascismo non sono scomparsi, segniamo un limite con i nostri corpi e pacificamente”.
I paragoni con Hitler
Il giornalista, intervistato dall’Huffingtonpost, è poi passato al vero e proprio attacco nei confronti di Matteo Salvini e Giorgia Meloni: “Su alcune frasi, quando parlano dell’identità non sono tanto differenti da Hitler e dalla sua definizione di cittadinanza”. Non ha fatto nessun passo indietro. Anzi, ha anche tentato di apportare delle argomentazioni: “Hitler diceva ‘un negro non sarà mai tedesco’. Perché Salvini non ci spiega se italiani si nasce per sangue e terra oppure italiani si diventa per cultura e comportamento? E chi vuole diventarlo deve percorrere la Via Crucis?”. E ha commentato il rapporto Censis secondo cui cresce la voglia di uomo forte: “A parte che Salvini per me non è forte. Forti sono quelli che stanno alle sue spalle, che hanno avuto una idea di marketing. Gli italiani amano le soluzioni facili, il messia che promette di mettere lui le cose a posto e poi ti lascia nei guai”.
Non è mancata neanche una tirata d’orecchie agli italiani: “Non ci dobbiamo nascondere il fatto che una certa pulsione autoritaria, diciamo così, molti italiani se la portavano dentro”. Dal suo canto la politica “ha cancellato il limite” e le colpe sarebbero anche di Beppe Grillo: “Un anno fa ha fatto il governo con Salvini. Questa responsabilità se la porterà nella tomba”. Dall’esperienza di governo con i grillini “è venuto fuori il vuoto culturale del movimento Cinque Stelle” che avrebbe potuto “spingere le istituzioni a rinnovarsi senza darsi una struttura di partito”, ma dopo essere diventato un partito “si è visto che le sue basi ideologiche sono fragili”.