Partite Iva nel mirino del Fisco Caccia a 13 miliardi di euro
Una stretta decisa sul mondo delle partite Iva (professionisti, esercenti, artigiani e pmi). È quella che si appresta ad effettuare l’Agenzia delle Entrate attraverso controlli mirati sul ricorso alla flat tax e sullo sfruttamento dei crediti d’imposta, da una parte, e, dall’altra, accelerando l’incrocio dei dati provenienti e-fatture e indicatori sintetici di affidabilità (gli Isa che hanno «pensionato» i vecchi studi di settore).
Le linee guida 2020 dell’ente guidato da Antonino Maggiore, secondo le anticipazioni del Sole 24 Ore, prevedono un recupero di entrate per 13 miliardi di euro dei quali 4,5 miliardi da recuperare attraverso versamenti diretti da accertamento e controllo. Ecco, quindi, che le partite Iva diventano un «obiettivo» prioritario. In particolare, è previsto l’invio di 350mila lettere ai contribuenti persone fisiche, soprattutto a coloro che quest’anno hanno beneficiato della flat tax al 15% per i ricavi fino a 65mila euro e per coloro che negli anni passati hanno aderito al regime dei minimi. Si tratta, sostanzialmente, di un rafforzamento dei controlli ex post visto che dal decreto fiscale è stato espunto l’irrigidimento per l’accesso a questo regime di favore che prevedeva il limite all’acquisto di beni strumentali e l’obbligo di e-fattura (resta invece il limite di 20mila euro per dipendenti e collaboratori). Altri controlli riguarderanno coloro che non hanno presentato la dichiarazione dei redditi pur avendo compensi certificati da un sostituto d’imposta o che non hanno presentato la dichiarazione Iva sebbene sia stato inviato lo spesometro.
Più complesso il discorso riguardante gli indicatori sintetici di affidabilità. Da una parte, i funzionari dell’Agenzia delle Entrate controlleranno, come è giusto che sia, la conformità della «pagella» attribuita alla fedeltà fiscale del contribuente. Eventuali discrepanze potranno portare a un abbassamento del giudizio e, dunque, a una maggiore «sorveglianza» da parte del Fisco. Dall’altro lato, invece, sarà disponibile un nuovo software che consentirà di migliorare l’analisi della «rischiosità» delle singole partite Iva, consentendo inoltre di definire meglio il quadro di coloro che sono soggetti a ricevere la «pagella». Il quadro generale, infatti, presenta ancora notevoli incertezze tant’è che l’Ordine dei commercialisti e Rete Imprese Italia, la scorsa settimana, non hanno espresso il proprio voto all’interno della commissione di esperti nominata dal ministero dell’Economia per la revisione degli indicatori sintetici di affidabilità in quanto le modifiche saranno applicabili retroattivamente al periodo d’imposta 2018 che comincerà a essere esaminato dalle Entrate proprio l’anno prossimo.
Per quanto riguarda le imprese, invece, è previsto uno screening invasivo dell’utilizzo delle compensazioni nel pagamento delle somme iscritte a ruolo o di altri debiti fiscali. Sotto i riflettori il credito d’imposta su ricerca e sviluppo e il bonus Renzi da 80 euro. Infine la e-fattura: dal 2020 saranno disponibili le liste dei soggetti a rischio di evasione, elaborate incrociando i dati delle fattura con l’invio dei corrispettivi. L’analisi si concentrerà, soprattutto, sugli acquisti effettuati da soggetti ad alto rischio di evasione.
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GDeF