Luigi Di Maio, capolavoro al contrario sul Mes: com’è riuscito a farsi sfiduciare dai ministri M5s
Il capolavoro al contrario di Luigi Di Maio: farsi sfiduciare dal Movimento 5 Stelle confermando una posizione già espressa nel programma per le politiche del 2018, il Mes. Non è il “no” del capo grillino a inquietare ministri e parlamentari pentastellati, quanto la gestione caotica delle ultime settimane. Secondo il Corriere della Sera, “la più preoccupata dalla situazione è Paola Taverna”, “terrorizzata dalle voci che circolano, cioè dall’ipotesi che Di Maio voglia, presto o tardi, staccare la spina del governo e quindi (forse) della legislatura”. Si tratterebbe, in sostanza, di far schiantare il Movimento alle urne.
I 5 Stelle si dividono tra “governisti” e “sfascisti”, e anche per questo Di Maio ha ricucito con Alessandro Di Battista sposandone la linea barricadera con la speranza di rimanere a galla. Altro big molto scettico sulla linea di Di Maio è Riccardo Fraccaro, “sparito dai radar”. Vincenzo Spadafora è descritto come “ancora vicinissimo, ma critico”. E il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede (sulla cui riforma della prescrizione si giocherà un’altra delicatissima partita) è uscito allo scoperto con una frase significativa: “Non mi piace questo continuo riferimento a far saltare il governo”. Come dire: Di Maio, anche basta.