I grillini chiudono un occhio sull’abuso edilizio di Aiello
«Lavoro 37 ore al giorno». Oltre alla villa abusiva il candidato governatore dei Cinque Stelle in Calabria, Francesco Aiello, deve avere al polso anche un orologio tutto speciale.
Complici anche queste (e altre) uscite folkloristiche nelle ultime ore cresce nel Movimento la convinzione che non sia il candidato giusto (la sua corsa non è ancora definitiva, andrà votata sulla piattaforma Rousseau). Anche perché, come si è scoperto dopo l’ufficializzazione del suo nome, Aiello ha sul groppone una vicenda di abuso edilizio imbarazzante. Una casa di tre piani nel catanzarese, fatta edificare dai genitori nel 1980 in modo diverso rispetto al progetto approvato dal Comune tanto che dopo una lunga vicenda giudiziaria nel 2013 il Consiglio di Stato ha disposto la demolizione delle parti abusive della casa, nel frattempo ereditata da Aiello. Eppure, stranamente per un partito che fa dell’onestà la sua bandiera, la questione dell’abuso edilizio del candidato calabrese non è ritenuta dai grillini un problema. «Le mie sono riserve politiche, la vicenda della casa non c’entra nulla» ammette candidamente la deputata calabrese Federica Dieni, mentre Di Maio si è limitato ad un generico «aspetto chiarimenti».
Dietro il silenzio grillino sull’abuso edilizio di Aiello ci sono le guerre interne al Movimento, diviso non solo sulla persona ma anche sull’opportunità di correre in Calabria, una scelta che il leader Di Maio non condivide ma che dopo il voto su Rousseau ha dovuto ingoiare. Ma c’è anche un atteggiamento di comprensione, se non proprio di giustificazione, rispetto all’abusivismo edilizio specie al sud, bacino elettorale del Movimento Cinque Stelle. In passato Di Maio e soci lo hanno teorizzato apertamente. «Se l’abusivismo è colpa della politica la casa resta un diritto, non puoi voltare le spalle a quei cittadini che oggi si ritrovano con una casa abusiva a causa di una politica che per anni non ha fatto il suo dovere» spiegò Di Maio durante l’ultima campagna elettorale siciliana, con i grillini impegnati a promettere massima comprensione ai siciliani abusivi. Tra cui molti grillini, come il sindaco M5s di Bagheria, Patrizio Cinque, coinvolto in una vicenda di abusi edilizi del cognato. Non solo, insieme ad una socia il sindaco Cinque ha acquistato in asta un ecomostro abusivo sul litorale di Bagheria per farne un resort di lusso (nel frattempo Cinque si è autosospeso dal M5s perché è stato rinviato a giudizio per falso ideologico, turbata libertà degli incanti, violazione del segreto di ufficio e abuso di ufficio). Anche Giancarlo Cancelleri, in passato candidato governatore in Sicilia e ora viceministro delle Infrastutture del governo Conte, sostiene che in Sicilia c’è «un abusivismo di necessità perché non sono stati fatti i piani casa in questa Regione, perché gli Iacp non hanno dato la casa a chi ne aveva bisogno», e quindi se poi se ne sono fatta una fuorilegge magari a pochi metri dal mare che colpa ne hanno? È un ragionamento che porta consensi in zone ad altissima densità di abusi edilizi, come la Sicilia e come appunto la Calabria. Secondo il rapporto Bes dell’Istat, l’abusivismo riguarda il 47,3% del patrimonio immobiliare al Sud e nel periodo 2005-2015 la Calabria risulta essere la seconda regione con il 46,6% di edilizia illegale. Si intuisce quindi che il problema del candidato governatore Aiello non sia percepito come un grosso problema. Infatti lui è sereno e ha pronto lo slogan adatto: «C’è una Calabria onesta e positiva che ha bisogno di emergere. A questa Calabria rivolgo il mio appello».
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