Svolta nel caso Yara Gambirasio: nuovi esami sugli indumenti

Svolta per quanto riguarda il caso Yara Gambirasio: la corte d’Assise di Bergamo ha autorizzato la difesa di Massimo Bossetti ad esaminare tutti i reperti d’indagine, i vestiti che indossava la giovane (tra cui slip, leggins, scarpe e giubbotto) e i campioni sulla traccia genetica.

Nell’istanza presentata dai difensori Claudio Salvagni e Paolo Camporini, si sottolinea come “ad oggi alla difesa non è stato permesso alcun accesso ai reperti”, a partire dai campioni di Dna “ancora disponibili e conservati presso l’ospedale San Raffaele di Milano”. L’attività difensiva ha lo scopo di risolvere le “diverse anomalie” emerse nel processo a partire dalla traccia genetica, da sempre al centro del dibattimento.

I nuovi esami potrebbero dunque fornire una risposta “scientificamente sostenibile” ai dubbi dei difensori. I legali sperano di avere sulla traccia biologica “un’indagine più completa ed attendibile”, da cui poter partire per chiedere la riapertura del caso. Tale decisione consentirà alla difesa di avere accesso per la prima volta agli elementi della scena del crimine, tra cui i dvd contenenti le immagini fotografiche dei reperti effettuate dal Ris, e di analizzare il Dna e farlo con le nuove tecnologie.

Stando a quanto appreso e riportato dall’Adnkronos, nell’istanza presentata dai difensori viene sottolineato come mediante l’impiego di metodi innovativi “è fondamentalmente possibile effettuare ulteriori prelievi, da cui non solo verificare quanto già emerso, ma ricavare altresì ulteriori informazioni potenzialmente utili anche ai fini investigativi e di ricerca di caratteristiche peculiari come l’originale ancestrale e il fenotipo dei Dna ignoti”.

La svolta

Nel corso del collegamento in diretta per il programma Mattino Cinquela giornalista Barbara Montrasio ha rinvenuto 9 proiettili – 2 in un apposito contenitore di plastica e 7 a terra – quasi nuovi, inesplosi. La scoperta è avvenuta nel prato di Chignolo d’Isola, proprio dove il 26 febbraio 2011 fu rinvenuto il corpo senza vita della 13enne scomparsa da Brembate di Sopra il 26 novembre 2010. Stando al parere di alcuni esperti, sarebbero un calibro 7.65, non atti all’uso sportivo delle armi da fuoco e non sarebbero mai stati usati.

Poche ore fa si era intravista una luce che avrebbe portato in tal senso. Giorgio Casari, docente di genetica e consulente dell’accusa per l’omicidio della giovane ginnasta, ha rivelato nuove informazioni su Ignoto 1: “Il Dna di Ignoto 1 è sempre stato al San Raffaele. L’abbiamo conservato. E c’è ancora. Anche se proprio in questi giorni stiamo restituendo il materiale genetico alla procura di Bergamo che lo ha richiesto”.

Massimo Bosseti a novembre aveva scritto una lettera a Libero per ribadire la propria innocenza: aveva confessato di sentirsi “travolto” dal “massacro mediatico” che lo ha “messo alle corde come un pugile che le ha prese di santa ragione”. Perciò si è definito un “uomo semplice che pensava al lavoro e a non far mancare nulla alla propria famiglia”, respingendo così le accuse che lo descrivono come “assassino e mostro”.

il giornale.it

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