Bellanova piazza i compagni e assume cooperanti e dem

I l ministro dell’Agricoltura Teresa Bellanova (Iv) trasforma lo staff nella succursale della sinistra (trombata): ex dipendenti di coop rosse, renziani e politici del Pd.

È il caso di dire: l’abito non fa il monaco. Se l’ex bracciante ha fatto discutere per il vestito, blu sgargiante, indossato nel giorno del giuramento al Quirinale, si è invece subito calata nella parte del ministro trova lavoro ai compagni. Sono quasi tutti ex colleghi di partito i collaboratori che, oggi, occupano le poltrone (ben retribuite) negli uffici del ministero dell’Agricoltura, dopo la formazione del Conte bis. E c’è un altro elemento che unisce i fedelissimi del ministro Bellanova: arrivano tutti (come il ministro) dalla Puglia.

Al vertice del gabinetto del ministero c’è Stefano Toschei, un consigliere di Stato, che in passato è stato consulente dell’ex titolare della Salute (governo Renzi) Beatrice Lorenzin. Il suo vice è Andrea Battiston: contratto di 95mila euro l’anno. Battiston è stato per sette mesi (da gennaio 2019 a luglio 2019) vice direttore Associazione Generale delle Cooperative Italiane (uno dei più grandi consorzi italiani di cooperative legati all’universo della sinistra). Prima di accomodarsi al ministero dell’Agricoltura, il consulente della Bellanova ha lavorato nell’ufficio legislativo del gruppo Pd alla Camera dei Deputati. Dunque, sembra esserci una porta girevole tra Pd, coop rosse e poltrone nei ministeri. Un filo «rosso» che unisce terra, militanza politica, coop e poltrone.

Tra i consiglieri del capo delegazione di Italia Viva in maggioranza c’è una vecchia conoscenza del giglio magico renziano: Alessio De Giorgi. Il ministro ha offerto all’ex social media del rottamatore un contratto di 80 mila euro. Il cinquantenne genovese vissuto a Pisa, ma con base a Roma, dal 2016 fino a un mese fa è stato il social media manager del «senatore semplice» Matteo Renzi. De Giorgi fu protagonista di una epica gaffe nel 2017, quando negò pubblicamente di essere l’ amministratore della pagina Facebook «Matteo Renzi news», senza accorgersi però d’aver scritto quelle parole proprio attraverso il profilo social da cui intendeva prendere le distanze. De Giorgi ha guidato la struttura di propaganda del Comitato del Si, ai tempi del referendum (perso) sulla riforma Boschi, e successivamente la comunicazione digitale del Pd.

Direttamente dalla Firenze renziana arriva al ministero, retto da Bellanova, Laura Schettini: contratto di 30 mila euro l’anno come consigliere del ministro. In passato è stata consulente nelle campagne elettorali di alcuni consiglieri comunali di Firenze. Da Lecce (e dal Pd) arriva Salvatore Capone; è un ex parlamentare dei dem e coordinatore provinciale del partito a Lecce. Contratto di 36 mila euro per «consigliare» (non si comprende su quali materie) il ministro. Vania Marchionna ha fatto parte dal 2014 al 2016 del dipartimento Immigrazione, Welfare e Sanità del Pd: ora è consulente del ministro Bellanova. Lo stipendio è identico a quello di Capone: 36 mila euro l’anno. E anche le mansioni.

Tra i più stretti collaboratori del ministro Bellanova trova una poltrona anche Cosimo Durante, ex sindaco di Lecce e capogruppo Pd in Provincia. L’appartenenza territoriale si conferma un requisito vincente. Durante sarà il segretario particolare del ministro: l’ombra dell’ex bracciante. Pugliese, con esperienze alle spalle nel Pd, è Alessia Fragassi. Al ministero dell’Agricoltura curerà i rapporti internazionali. Da «vera» sindacalista, la Bellanova sta difendendo i posti di lavoro dei colleghi (conterranei) di partito. Insomma, le battaglie che piacciono (tantissimo) alla sinistra di governo.

il giornale.it

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