Mes, Bechis smaschera Conte: “Le banche tedesche e francesi ringraziano, così il premier ha fregato l’Italia”
Così Giuseppe Conte sul Mes ha fregato il Parlamento. Il direttore del Tempo Franco Bechis nel suo editoriale ripercorre 6 mesi di trattative segrete sul Fondo Salva Stati culminato nella maxi-rissa alla Camera, mercoledì pomeriggio. Leghisti e deputati di FdI, sottolinea Bechis con una punta d’ironia, “qualche ragione per essere un pizzico alterati” ce l’avevano.
Come ammesso in Commissione Finanza al Senato dal ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, l’Italia “non avrà alcuna possibilità di modificare la bozza del Meccanismo Europeo di stabilità”, un testo che “ribadisce le regole dell’austerity che hanno messo in ginocchio l’Italia negli ultimi dieci anni e più e non concede il ricorso al fondo salva stati o al fondo salva banche a chi non è in regola con il debito pubblico”. Identikit perfetto dell’Italia, insomma. Gualtieri ha scaricato la colpa sul governo precedente (cioè Conte, che insieme al suo predecessore Tria ha gestito il dossier in Europa, tenendo all’oscuro il Parlamento italiano nonostante una risoluzione della maggioranza lo vincolasse a riferire in Aula su qualunque modifica al testo, figurarsi un voto vincolante), e soprattutto assicura che l’Italia non avrà mai bisogno di ricorrere a quel fondo. Bechis, però, lo smentisce categoricamente.
Innanzitutto, ricorda il direttore, fu il grillino Stefano Patuanelli (oggi ministro dello Sviluppo) a chiedere lo scorso giugno di “fermare la riforma del Mes, che crea inaccettabili disparità di trattamento fra Paesi nell’accesso ad eventuali aiuti finanziari”. Ma Conte, spiega Bechis, “se ne fregò allegramente. Sapeva che lo avrebbe fatto, ma disse di si alle condizioni che poneva la maggioranza del Parlamento perché non aveva il coraggio di ribattere, poi ha detto di si a tutti gli altri e manco gli è venuto in mente che forse dopo avrebbe dovuto confessare la sua disobbedienza alle Camere. Così è saltato fuori tutto solo adesso”.
Risultato, il Mes così concepito aiuterò le banche tedesche e francesi grazie ai soldi dati dall’Italia terzo finanziatore che, viceversa, non potrebbe attingervi perché gravata da un grande debito pubblico. “Siamo donatori di sangue e non potremmo mai riceverne nemmeno in pericolo di vita”. Insomma, è la conclusione: “Il Conte uno si è saldato con il Conte due e ce l’ha Mes in quel posto”.