Prete italiano condannato per violenze sui sordomuti
San Paolo – Sentenza storica in Argentina, con la condanna a 45 e 42 anni di carcere di due preti, uno dei quali italiano, colpevoli di avere violentato oltre 20 sordomuti minorenni all’interno dell’Istituto Antonio Provolo, struttura gestita dalla Chiesa di Menzoza, la terza città più grande del Paese di Papa Francesco.
Alla lettura del verdetto i due sacerdoti sono rimasti impassibili e muti, non così le loro vittime che, nonostante l’handicap, gesticolavano felici e in lacrime per la giustizia ottenuta dopo tanti anni. È stato vissuto così ieri, in diretta su Youtube, il processo della mega-causa per abuso sessuale e corruzione di minori con problemi di udito commessi da sacerdoti e personale dell’Istituto Provolo, un caso destinato ad avere ripercussioni in tutto il mondo, a cominciare dall’Italia visto che le violenze sessuali contro sordomuti minorenni erano iniziate nella casa madre dell’Istituto, a Verona, e le prime denunce risalgono agli anni 50.
Erano una dozzina le vittime presenti in aula ad ascoltare la lettura della sentenza e guardare per l’ultima volta negli occhi coloro che li hanno vessati nelle loro notti da incubo al collegio La Carrodilla, a Luján de Cuyo, conosciuto come «La Casetta di Dio». Stupri e violenze avvenute tra il 2007 e il 2016. Condannato a 42 anni di carcere il prete veronese Nicola Bruno Corradi, di 83 anni e a 45 il suo collega argentino Horacio Hugo Corbacho, oltre al giardiniere della struttura. Tremende le testimonianze delle vittime. Dall’obbligo di vedere film porno agli stupri di gruppo, dal 17enne che ha raccontato col linguaggio dei segni com’è stato obbligato a praticare sesso orale con uno dei preti condannati, al bambino di 5 anni violentato da padre Corbacho, fino alla ragazzina costretta a usare pannolini per contenere il sangue dopo gli abusi. 25 gli atti di violenze sessuali provati dai giudici mentre la storia di padre Corradi mostra la politica di «trasferimenti» con cui la Chiesa per anni ha occultato i preti pedofili.
Veronese di nascita, don Corradi rimase fino al 1969 al Provolo scaligero. Dopo denunce sempre più pesanti di abusi, invece di essere consegnato alla giustizia è mandato dai superiori in Sudamerica. Il 31 gennaio del 1970 prende servizio al Provolo di La Plata (dov’è attualmente indagato per altri abusi) e ci rimane fino al 1997. Dopo è addirittura promosso a direttore della nuova sede di Mendoza del Provolo, sino a quando la giustizia argentina non lo ferma, lo mette ai domiciliari e, ieri, lo condanna a 42 anni di carcere.
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