In Piemonte torna la tradizione. La regione alle scuole: “Promuovete il Natale, il Presepe, i canti…”
«Disponibilità a valorizzare, all’interno della propria scuola, ogni iniziativa legata al Natale”. A partire dall’allestimento di Presepi e dallo svolgimento di “recite o canti legati al tema della Natività». E’ questo l’invito che l’assessore regionale all’Istruzione, Elena Chiorino (FdI), ha inviato in una lettera indirizzata ai dirigenti scolastici di tutte le scuole del Piemonte di ogni ordine e grado. Dagli asili nido agli istituti superiori.
Tenere alta in Piemonte la bandiera della tradizione
Una richiesta, quella di Chiorino (nella foto), che – al di là del significato del Natale cristiano – va nel senso della valorizzazione delle tradizioni, della cultura e dell’identità del territorio e dei suoi abitanti. «Ritengo – scrive Chiorino – che la ricorrenza natalizia e le conseguenti tradizioni come il Presepe, l’Albero di Natale e le recite scolastiche ispirate al tema della Natività, siano parte fondante della nostra identità culturale e delle nostre tradizioni che la Regione Piemonte intende tutelare e mantenere vive».
Una scelta che vuole essere inclusiva anche per i ragazzi che frequentano le scuole piemontesi, ma che provengono da altre realtà, con usi, costumi o credi differenti: «E’ evidente – ha scritto l’esponente del partito di Giorgia Meloni ai dirigenti scolastici – che la conoscenza delle nostre tradizioni scevra da qualsivoglia connotazione ideologica, sia un supporto alla piena integrazione per chi proviene da altre realtà».
Un diritto per i nostri figli
Quindi via libera alle vecchie care tradizioni del Natale a scuola, come le recite, i canti e l’allestimento dei Presepi. E senza che tutto questo possa urtare la suscettibilità di qualcuno. «Credo – osserva ancora l’assessore piemontese di Fratelli d’Italia – che non si possa e non si debba privare i nostri ragazzi, e soprattutto i nostri bambini, dell’atmosfera e della magia del Natale. Per coloro i quali vengono da altre realtà, si tratta inoltre di una preziosa occasione per conoscere usi e costumi del Paese in cui vivono. A tutto vantaggio di una più concreta e armoniosa integrazione culturale e, di conseguenza, anche sociale».