Meloni: Il reddito di cittadinanza è stato un fallimento annunciato. I 5Stelle sono finiti

«Il reddito di cittadinanza doveva abolire la povertà. E invece è diventato un paghetta di Stato. Per nomadi, spacciatori. Usurai, ex brigatisti, mafiosi e usurai». Giorgia Meloni torma a demolire il provvedimento bandiera dei 5Stelle entrato in vigore a marzo. Fin dall’inizio, a costo di restare una voce isolata, la leader di Fratelli d’Italia si è opposta al provvedimento.

Meloni: il reddito di cittadinanza è un fallimento

Oggi, intervistata da Liberofa un bilancio drammatico dei primi mesi di vita del reddito grillino. «È indubbiamente il maggior fallimento dei 5Stelle in entrambi i governi. Da quello con la Lega a quello con il Pd». La misura non ha creato un solo posto di lavoro – incalza la Meloni – e ha solo peggiorato i conti pubblici.

Gli otto miliardi di euro accantonati per il reddito di cittadinanza andrebbero utilizzati per ben altri provvedimenti di carattere sociale. Non a caso tra i 500 emendamenti di Fratelli d’Italia alla manovra mirano a utilizzare quei soldi per progetti duraturi. «In grado di garantire crescita, aiutando chi è davvero in difficoltà». La lista è lunga: asili nido gratis. Congedo parentale retribuito al 100 per cento per i primi sei mesi. Reddito di infanzia e aumento dell’assegno di natalità per i genitori meno abbienti. Ma anche Alitalia e Ilva.

Il tempo è galantuomo. Oggi a nove mesi dall’entrata in vigore del reddito tutte le crepe sono venute alla luce. Con il paradosso che i fustigatori di ieri, il Pd di Zingaretti, oggi sono al governo con i padri della riforma. E la Lega fino ad agosto ha avuto le mani  legate dal contratto di governo. Fratelli d’Italia è l’unico partito ad aver previsto i contraccolpi dell’assistenzialismo di Stato, targato 5Stelle. E a non dover giustificare imbarazzati tentennamenti.

«Il movimento 5Stelle non esiste più»

Nessun dubbio sulla crisi irreversibile della sinistra. E sull’agonia dei 5Stelle dopo la débacle elettorale. Il voto in Emilia, che potrebbe premiare il centrodestra, sarà uno spartiacque. «Se perdono una regione saldamente governata, cosa altro devono dire gli italiani? Sarebbe un segnale talmente chiaro», dice la leader di FdI durante la registrazione di Povera patria, in onda stasera su Rai2. «Penso si possa vincere in Emilia Romagna, sarò lì domenica prossima, per presentare la nostra contro-manovra finanziaria», ha aggiunto. Che dire dello stato di salute dei pentastellati? Dei militanti che sfiduciano Di Maio? Dell’intervento di Beppe Grillo per mettere in sicurezza il capo commissariato? «Per me il movimento Cinquestelle non esiste più. Era un movimento liquido con un unico collante che era la lotta anticasta. Ma poi abbiamo letto del barboncino di Trenta sull’auto blu, una cosa che non si era mai sentita».

Memoria condivisa in questo paese? «Non c’è, perché la storia viene usata per fare politica, si cerca il mostro nell’avversario politico», continua la Meloni. «Se avessi un figlio di sinistra? Meglio un figlio che crede in qualcosa, che uno che non crede in nulla».

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