Fedele sferra un calcio alla bimba: “Ha fatto confusione a messa”
Siamo alle porte del centro di Firenze. É domenica mattina. Il giorno del Signore per i fedeli cattolici del cristianesimo. Il settimo giorno della settimana in cui ci si riunisce nella casa di Dio per pregare.
Questa però, nella chiesta di San Jacopino, era una domenica un po’ particolare. Si celebrava la partenza del percorso di catechismo per i bambini che si avviano a prendere il secondo sacramento: la prima comunione. In chiesa si erano ritrovati, per la messa delle dieci celebrata da don Fulvio Capitani, un gruppo numeroso di ragazzini dai nove agli undici anni. Si sà, una chiacchera con il compagno a destra, una risata con l’amichetto a sinistra e si fa presto a distrarre l’attenzione dalle parole del parrocco e creare un po’ di confusione. “Cose da ragazzi” viene spesso da dire. Eppure ieri mattina, c’è chi non la pensava così. Dopo aver ascoltato per circa un’ora le parole di perdono, amore e bontà tipiche dei dettami del cattolicesimo un fedele cinquantaduenne ha perso le staffe. In barba agli insegnamenti di Gesù l’uomo, appena uscito dal luogo di culto, ha iniziato a lamentarsi e inveire verso una madre filippina e le sue bambine, la più grande delle quali, di dieci anni, era appena uscita dalla stessa funzione alla quale aveva partecipato con i suoi coetanei.
Per l’uomo la ragazzina aveva fatto troppa confusione. La messa era andata avanti in un clima non consono, troppo ludico e poco serio. Questi i motivi dell’ira del fedele che, nel caos di persone che lasciavano il sagrato e davano il cambio ai fedeli della messa successiva, inizia ad osservare la madre con sguardo minaccioso. Pronuncia lamentele di ogni tipo e poi fa il gesto di tirare un calcio alla signora. La colpisce con un movimento di stizza. Non è violento, ma sprezzante. La colpa della madre è non aver tenuto a bada sua figlia mentre faceva confusione durante la funzione. Ed è proprio contro la bambina che si scaglia, qualche attimo, dopo l’uomo. Sfila la scarpa della piccola mentre è in braccio alla mamma e la scaraventa a qualche metro di distanza. Come se d’un colpo qualcosa, avesse fatto dimenticare all’uomo il significato delle parole perdono, tolleranza, amore per il prossimo che per quasi sessanta minuti il prete aveva cercato di tramandare nel nome di Dio. Niente è servito a distogliere l’uomo dalla sua ira incomprensibile e ingiustificabile. I testimoni dell’orribile spettacolo si scagliano dalla parte della madre. La rabbia di mamme e bambini fa scattare la lite di gruppo e il tumulto viene placato dall’arrivo di due volanti della polizia.
A pochi minuti di distanza dall’arrivo dei poliziotti anche un’ambulanza si ferma sul luogo della lite. Fortunatamente però per la mamma filippina e le sue bambine non si sono riscontrate lesioni. Solo tanto dolore per l’accaduto. Uno spettacolo raccapricciante e i cui racconti rimbalzerranno sui social in tempo record. Tante le versioni raccontate dai partecipanti. Al punto che qualcuno cercherà persino di infilare nella lite il movente razziale. Si dice che l’uomo abbia urlato a grand voce “basta, qui ci sono troppi stranieri” sfoderando il suo animo razzista. Parole che non sono state denunciate alla polizia. Che spiega, come riportato da La Nazione, di non aver ricevuto nessuna “denuncia su presunte frasi xenofobe di propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, atnica o religiosa”. Ed è la stessa madre a non dare conferma di tali accuse. Anche sull’aggressione alcune delle ricostruzioni hanno per un attimo fatto accapponare la pelle, qualcuno ha raccontato che la signora sarebbe stata afferrata per il collo dall’uomo, un’altra versione riporta che il cinquantaduenne avrebbe invece tirato una pedata alla minore fino a farla cadere, durante la celebrazione, addosso ad una panca, dove avrebbe battuto la testa. Ricostruzione smentita da don Centorbi che, testimone di tutto il litigio, ha assicurato di non aver assistito a niente di tutto ciò.
Gli agenti sono riusciti ad identificare l’uomo che il prete ammette di “non conocere bene e di aver visto solo poche volte”. Adesso la madre potrà presentare querela contro di lui. Impossibile attivare la procedura d’ufficio in quanto non si sono verificate lesioni fisiche significative.
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