“Da agosto 167 violenze Maniaci su bus e metrò”
Numeri da brivido, cifre che non ci si immagina. A Milano, città dove i reati sono costantemente in calo – e dove questa invariabilità viene messa in evidenza di continuo da amministratori, forze dell’ordine e ministri, chiaramente come dato positivo – le violenze sessuali sono in aumento.
E che aumento. A segnalarlo non è l’ennesima statistica, ma la magistratura, nella persona di una «specialista», il procuratore aggiunto Maria Letizia Mannella, capo del pool «fasce deboli» del tribunale di Milano e intervenuta ieri mattina in questura durante la conferenza stanza per l’arresto di un 21enne originario del Gabon accusato di aver abusato di una coetanea dominicana la notte del 12 ottobre scorso davanti a una discoteca nel parco Sempione.
«Dall’introduzione del codice rosso, cioè da agosto a oggi, sono stati denunciati 167 episodi, tra cui quattro violenze di gruppo – spiega Mannella -. Negli ultimi due mesi, in particolare, sono in crescita le violenze sui mezzi pubblici».
Il magistrato parla quindi dell’aumento esponenziale dei maniaci seriali che prendono bus, metrò e tram con il mirino puntato sulle ragazzine, in particolare quelle che tornano a casa dopo la scuola. E aggiunge che il dato positivo è che «aumentano anche le denunce e che anche vittime molto giovani si presentano spontaneamente nei nostri uffici per raccontare cosa hanno subito. Una 12enne, per esempio, ha avuto la prontezza di fotografare il suo aggressore con il cellulare, riuscendo così a farlo catturare». Mostrando che, anche se in preda alla paura, le ragazze ce la fanno a concentrarsi sul pericolo, superando lo spavento pur di far finire il maniaco in manette».
Certi dati (quasi due «assalti» di natura sessuale al giorno, che siano tra le mura di casa o altrove non importa) pesano come macigni in una città dove creare allarme sociale non è mai stata una possibilità da contemplare. Negare la realtà però non si può, prima o poi, da qualche parte, viene fuori. Così, ha spiegato ancora Mannella, come non è possibile non sottolineare che a fare ammenda devono essere innanzitutto le stesse ragazze, le vittime, con i loro comportamenti: ad esempio quando bevono eccessivamente, quindi escono dai locali a notte fonda con scarsissima o nessuna padronanza di sé, rimanendo in balia di chicchessia, non possono poi certo puntare subito il dito contro le forze dell’ordine o magari parlare di una città insicura.
Dai dati il procuratore aggiunto ieri è passata a temi analoghi e necessariamente contigui a quelli delle violenze sessuali. Ad esempio la scarsa cura, da parte dei titolari, dei cosiddetti «spazi adiacenti» ai locali d’intrattenimento, luoghi spesso poco o male illuminati. Quindi Mannella ha accennato anche a un altro fattore di pericolo, quello del sottobosco dei tassisti abusivi. Un tema che però non ha approfondito, forse perché probabilmente avrebbe bisogno innanzitutto di un intervento diretto e deciso del legislatore.
Per fortuna c’è comunque un elemento positivo e per nulla secondario che emerge dal panorama allarmante emerso dal numeri forniti dal procuratore aggiunto: le ragazze denunciano di più e immediatamente dopo l’abuso. Lo fanno con decisione, con la volontà di chi, seppur vittima di un grande dolore, è animata dal desiderio a ogni costo che venga fatta giustizia e soprattutto che non capiti a un’altra giovane.
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