Contadini, minatori, pescatori: gli italiani che hanno lasciato il segno in America

LโAmerica degli italiani, lโAmerica della Grande Mela, di Little Italy e di broccolino, lโItalia sbarcata a Ellis Island e quella dello star system, Sinatra e De Niro, Stallone e Di Caprio; lโAmerica di Sacco e Vanzetti e di Fiorello La Guardia, di Toro Scatenato e di Joe Petrosino, del Padrino e della notte di San Valentino; lโItalia della lingua mista, mezza slang e mezza dialetto, ยซla mia jobba รจ bisinesseยป, ยซdraivo il carro del bossoยป, la contaminazione delle parole prima della globalizzazione; lโItalia dei milioni di paisร partiti dalle campagne che neanche sapevano lโitaliano, figuriamoci lโinglese; lโItalia dโAmerica un poโ da cartolina, o da cartellone hollywoodiano, cialtrona e geniale, che si pensa in fondo sia tutta lรฌ, con i suoi splendori e le sue miserie.
Invece cโรจ tutta unโaltra Italia in America, nascosta e sconosciuta, dispersa in angoli che delimitano persino i confini della fine del mondo. UnโItalia fatta di piccole comunitร lontane dalle rotte migratorie conosciute che ha piantato radici senza mai piรน perderle in North Carolina, Louisiana, Arkansas, Texas, che ha fatto diventare Italia lembi di prateria e vecchie piantagioni di cotone, trasformate, complice la lontananza e lโisolamento, in colonie del nostro Paese.
Paolo Battaglia, che รจ storico ed editore, รจ andato a cercare quelle tracce, seguendo passo passo piรน di un secolo dopo, le orme di quellโumanitร di avventurieri e con loro quelle del barone Edmondo Mayor des Planches, che a dispetto del nome, lui che era francese di origini svizzere poi naturalizzato, fu ambasciatore italiano negli Stati Uniti di fine Ottocento. ร il racconto delle migliaia di italiani che inseguivano il sogno ยซmericanoยป ma sulle strade piรน miserabili, quelle che portavano lontano solo perchรฉ non ci andava nessuno. Spiega Battaglia: ยซGli italiani di Denver dicevano: ci avevano raccontato che qui cโerano strade lastricate dโoro, siamo arrivati qua e le strade non solo non erano dโoro, ma neanche cโerano. E abbiamo scoperto che le strade dovevamo costruirle noiยป
E allora ecco il racconto che da Ellis Island va a Pittsburg in California, dove le vele dei pescatori siciliani di Isola delle femmine hanno trasformato fiumi e oceani in un industria della pesca, o di ยซValdeseยป, paese oggi di quattromila abitanti, fondato da protestanti piemontesi che trasferirono le loro comunitร dalle Alpi alle Blue Ridge Mountains del North Carolina. Fino a Tontitown, creata da contadini veneti e emiliani guidati da un prete di Cesena, Pietro Bandini, che pare uscito da un fumetto di Tex, dopo la fuga dalla piantagione di Sunnyside in Arkansas. Racconta Battaglia: ยซA Tontitown arrivarono ai margini di quello che chiamavano Indian territory, il territorio dove vivevano ancora gli indiani, e siccome gli italiani stavano sulle scatole a tutti, gli anglosassoni della zona si travestirono da pellerossa per bruciare la chiesa e incolpare gli indiani. Don Bandini perรฒ, che aveva capito tutto, li avvisรฒ: attenti che gli italiani escono tutti dellโesercito. Se tornate la prossima volta troverete pane per i vostri dentiโฆยป Non era vero. Erano tutti contadini portati lรฌ per sostituire nelle piantagioni di cotone gli schiavi neri che non cโerano piรน. Li avevano convinti che lรฌ avrebbero trovato terre meravigliose da acquistare, invece in quellโinferno ne morirono un centinaio in un anno. Morivano anche minatori, nelle company towns di Monongah in West Virginia e in ghost town come Dawson in New Mexico. Scriveva il barone: ยซGiunsero poveri, sfiniti, disprezzati, invisi; lavorarono, si dimostrarono onesti, parchi, perseveranti, ordinati. Comprarono dallo Stato terre mediocri, le migliorarono. Qualcuno andรฒ sulle ferrovie o nelle miniere, ove il lavoro รจ duro ma il guadagno รจ forte. Ora non contano se non amici e sono ritenuti dagli americani la piรน brava gente del mondoยป. Lo scriveva in un libro che sarebbe rimasto polveroso come una prateria se Battaglia non solo non lo avesse riesumato ma se non avesse cercato, a suo modo folle come quegli italiani di frontiera, di andarli a cercare, piรน di un secolo dopo, per vedere la storia comโera finita, per sentire le voci di chi รจ rimasto, e tirarne fuori due libri e un documentario, per scoprire quanto sia italiana lโAmerica, soprattutto quella piรน periferica, piรน italiana persino degli italiani stessi. ยซTrovare lโAmericaยป, il primo, che ha la prefazione di Martin Scorsese, รจ figlio di tre anni di lavoro negli archivi della Libreria del Congresso di Washington, ed รจ diventato la piรน importante e completa visual history della presenza italiana negli States; il secondo, appena uscito ยซItalian American Countryยป รจ il racconto dei 25mila chilometri percorsi sulle strade americane, per incontrare i nipoti degli scalpellini anarchici della Toscana, dei contadini veneti sfuggiti alle piantagioni e dei pescatori siciliani dalla lingua incomprensibile. ยซGli italiani sono ancora lรฌ anche se di terza e di quarta generazione, antichi e moderni al tempo stesso. Sono rimasti italiani allโamericana: hanno unโidea dellโItalia che non รจ al passo con i tempi e tradizioni religiosi piรน vicine a quelle novecentesche che di adesso. Anche il food รจ lo stesso ma riveduto e scorretto: per esempio la polenta con gli scoiattoli ha sostituito quella con gli oseiโฆยป. Italiani come Kevin Pasquale, origini piemontesi e faccia da John Wayne, famiglia di contadini diventata di cowboy. Racconta di come gli italiani abbiano cambiato persino il panorama, costruendo nel Nevada zone in pietra, con mattoni italiani, il made in Italy forgiato dal sacrificio. ยซAdesso alcuni di loro sono andati altrove a vivere ma quando ci sono le ricorrenze tornano nella loro comunitร come se fosse lโItalia, la loro Italia. ร il loro modo di tornare a casaยป. Giusto o sbagliato, dicono in America, questo รจ il mio Paese.
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