Luigi Di Maio, giro di telefonate nel M5s per farlo fuori. Chi sarà il reggente
Luigi Di Maio non voleva mettere al voto la decisione sulla partecipazione del M5s alle elezioni regionali in Emilia Romagna, è stato Davide Casaleggio a insistere. E ora che la sua linea politica è stata bocciata senza appello dalla base grillina continua a ripetere che Beppe Grillo è sempre dalla sua parte. Tant’è: il 26 gennaio il M5s sarà sulle schede elettorali dell’Emilia e della Calabria.
Ma il voto sulle regionali, riporta il Fatto quotidiano in un retroscena, mette pesantemente in crisi la leadership di Di Maio. Anche i suoi più fidati consiglieri lo stanno isolando. “Sicuramente il Movimento è in un momento difficoltà e lo ammetto prima di tutto io”, ha detto rassegnato. La consultazione però è stata una “prova di democrazia”.
La verità è che la fine dell’era Gigino è l’argomento principale nelle riunioni ristrette dei big, nonché l’oggetto delle telefonate tra Beppe Grillo e i vertici del partito. E si fa largo l’ipotesi di un “congelamento”. E se, secondo regolamento, al posto di Di Maio dovrebbe andare il presidente del collegio di garanzia, quindi Vito Crimi, la logica vuole che il posto da reggente si assegnato a un leader forte apprezzato dalla base, come Paola Taverna o Alessandro Di Battista, che però è appena partito per l’Iran.