Padova, botte e bastonate ai bimbi: espulso l’imam violento
Avrebbero maltrattato alcuni piccoli alunni che frequentavano le loro lezioni coraniche, che si svolgevano all’interno del centro culturale islamico di via Jacopo da Montagna, a Padova.
E, nella giornata di ieri, gli agenti della polizia di Stato, hanno allontanato uno dei due imam finiti nell’inchiesta condotta dalla locale Digos, che avrebbe fatto emergere i ripetuti abusi consumati ai danni dei più piccoli che frequentavano la scuola religiosa.
Chi è l’imam espulso
Secondo quanto riportato da Il mattino di Padova, l’imam allontanato è un 20enne, originario del Bangladesh ma residente nella città veneta, già sottoposto alla misura cautelare dell’obbligo di dimora nel capoluogo, con il divieto di uscire di casa dalle 17 alle 8 del mattino successivo, e dell’obbligo di firma una volta al giorno negli uffici della questura (misura emessa proprio nel corso dell’indagine svolta negli ultimi mesi). Era in Italia con un permesso di soggiorno da pochi mesi per motivi di lavoro. Ritenuto socialmente pericoloso, in queste ore il religioso è stato espulso dal territorio nazionale ed è stato accompagnato al centro di permanenza di Ponte Galeria, a Roma, da dove sarà rimpatriato in Bangladesh.
Il “clima di terrore”
In base a quanto ricostruito grazie agli elementi delle indagini condotte dall’ufficio investigativo della questura di Padova, è emerso che l’imam svolgeva le proprie lezioni coraniche in clima di assoluto terrore, instaurato attraverso metodi d’insegnamento violenti, che consistevano in pestaggi, umiliazioni e percosse, date talvolta anche con l’utilizzo di un bastone. Terrorizzando, di fatto, la platea dei suoi piccoli uditori. Le violenze si verificavano tra le mura dell’associazione Bangladesh Cultural Center, nel quartiere dell’Arcella, dove l’imam insegnava ad allievi che avevano dai 5 ai 10 anni. Secondo quanto ricostruito, bastava una piccola distrazione da parte dei piccoli studenti o una risposta sbagliata a scatenare la sua rabbia, che si concretizzava anche in punizioni corporali. Persino i bambini, a un certo punto, avrebbero chiesto di comunicare tutto alle forze dell’ordine.
Le idee antisemite
Secondo quanto ricostruito dagli approfondimenti investigativi effettuati dagli agenti della Digos, è stato delineato un quadro indiziario di assoluta pericolosità relativa alle condotte d’insegnamento dell’uomo, ma anche alle potenziali idee antisemite che avrebbe potuto trasmettere ai suoi giovanissimi allievi. Nel profilo Facebook dell’imam, infatti, gli agenti avrebbero rinvenuto foto di Adolf Hitler, da ricollegare a post di propaganda estremisti.
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