Degente all’hospice, riceve una visita fiscale: “Un’umiliazione”

“Siamo molto dispiaciuti e ci scusiamo con la famiglia”. Sono le prime parole dell’Inps alla famiglia di Virginia Corini, una donna di 64 anni ricoverata in un hospice a Gorlago, in provincia Bergamo.

La paziente, in fin di vita per un tumore ai polmoni, ha ricevuto, due giorni prima di morire, la visita del medico fiscale. Un fatto che ha mandato su tutte le furie la famiglia della 64enne che da tempo ormai era sottoposta solo a cure palliative della terapia del dolore.

Come riporta TgCom24, lo scorso7 novembre (due giorni prima del decesso) si è presentato nella struttura il medico fiscale incaricato dall’Inps di verificare se la donna fosse effettivamente malata, come era riportato sul certificato compilato dal suo medico di base.

La donna, dipendente di una cooperativa dal 2000, si trovava nella struttura per malati terminali San Giuseppe di Gorlago dalla fine di ottobre. Lì stava trascorrendo gli ultimi giorni di vita quando nella stanza si è presentato il medico fiscale. “Mia cognata ha sorriso a quella dottoressa che le ha chiesto di firmare una carta – ha spiegato la sorella del marito della 64enne -. Lei lo ha fatto, con la mano che tremava. Mi auguro che non fosse troppo lucida per capire. Noi siamo rimasti senza parole”. La vicenda ha fatto subito infuriare i parenti della donna che si domandano ancora come si sia potuta verificare una situazione del genere.

“Possibile che un medico fiscale fosse entrato davvero in una struttura come l’hospice per controllare che una persona ricoverata lì fosse davvero malata? – hanno tuonato i familiari – Davanti alle rimostranze dei medici della struttura, la dottoressa ha risposto ‘Voi fate il vostro lavoro, io devo fare il mio’. E poi ha detto a mia cognata che avrebbe avuto i giorni di malattia fino al 10 dicembre”.

Il 9 novembre il decesso. “Ma quell’ultima umiliazione gliela avrebbero potuta risparmiare – ha continuato la cognata – e spero che un fatto del genere non avvenga mai più. Una mancanza di rispetto totale, perché lo sanno tutti che all’hospice vanno solo i malati terminali e non quelli che truffano sui certificati di malattia”.

La risposta dell’Inps

Subito sono arrivate le scuse dell’Inps che si è giustificato dicendo che “il controllo è scattato da un accertamento automatico di routine del nostro sistema informatico. Il medico di base aveva indicato sul certificato l’indirizzo dell’hospice senza la parola hospice e omesso di scrivere che la signora fosse ricoverata”, hanno spiegato. Il medico però avrebbe potuto non visitare la 64enne, e su questo concordano anche dall’Inps. “Quando ha visto di cosa si trattava – hanno aggiunto -, si sarebbe dovuto astenere dal visitarla. Purtroppo spesso abbiamo a disposizione medici a contratto, non sempre formati a dovere sulle procedure da adottare”.

il giornale.it

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