La Chiesa a due velocità: Ruini dialoga con Salvini, il Papa pensa all’islam

Una Chiesa che dialoga con Salvini e una Chiesa che critica le sue posizioni, soprattutto in tema di migranti. Non si può parlare di spaccatura, forse di sensibilità diverse, ma sicuramente la contrapposizione tradizionalisti/progressisti dell’era Bergoglio che negli anni si è andata sempre più delineando, passa inevitabilmente anche attraverso il dialogo con il leader della Lega, accusato di strumentalizzare i simboli religiosi ma al contempo considerato, da alcuni esponenti della gerarchia cattolica, uno degli ultimi strenui difensori in politica delle radici cristiane.

Salvini ha del potenziale e magari quando sfoggia il rosario è perché ci crede davvero, dice il cardinale Camillo Ruini che elogia pubblicamente l’ex ministro dell’interno, invitando la Chiesa a dialogare con lui (come aveva già fatto lo scorso maggio il Segretario di Stato vaticano Pietro Parolin).

Salvini ovviamente ringrazia e, a quanto risulta, grazie alla mediazione del fedelissimo Giorgetti, sarebbe già stato ricevuto in udienza dallo storico «don Camillo», 88enne che fu anima di diverse generazioni di cattolici in politica. Il precedente era del cardinale Raymond Leo Burke, americano esponente di spicco dell’ala tradizionalista, considerato nemico giurato di Papa Francesco (il porporato ha sempre smentito di essere contro Bergoglio pur essendo su posizioni nettamente diverse) che in più occasioni aveva incontrato il leader della Lega incoraggiandolo ad andare avanti. Rimane impressa la frase dell’ex ministro della famiglia, il leghista Lorenzo Fontana: «A Papa Bergoglio preferisco il cardinale Burke». Sarebbe stato proprio Fontana, in realtà, a consigliare a Salvini un avvicinamento al mondo cattolico, cosa che poi si è realmente realizzata, tra Ruini, Burke a altri esponenti della gerarchia incontrati in via riservata. La tanto sperata udienza con Papa Francesco invece non c’è mai stata, non perché il pontefice argentino ce l’abbia a morte col leader della Lega ma più semplicemente perché Salvini, che in passato non ha nascosto le sue critiche contro Bergoglio, non ha mai richiesto ufficialmente di incontrarlo. Del resto il Papa argentino è su posizioni totalmente contrarie a quelle dell’ex ministro; anche ieri lo stesso copione che ormai si ripete da anni: da un lato Salvini che annuncia battaglia per fermare lo ius soli e dall’altro Papa Francesco che alla messa celebrata in San Pietro per la Giornata Mondiale dei Poveri, ha invitato i fedeli a non seguire «chi diffonde allarmismi e alimenta la paura dell’altro, perché la paura paralizza il cuore e la mente». Due posizioni molto distanti l’una dall’altra e che difficilmente potranno trovare un punto d’incontro anche perché il leader della Chiesa può dialogare o ricevere chi non la pensa come lui, ma non può di certo accettare posizioni in contrasto con quanto dice il Vangelo, in questo caso sul tema dell’accoglienza dello straniero.

Dopo la messa in San Pietro con centinaia di indigenti, Francesco ha accolto 1500 poveri nell’aula Paolo VI, trasformata per l’occasione in un grande refettorio, per un pranzo a conclusione della giornata di festa. Menù rigorosamente senza carne di maiale per rispettare gli ospiti di fede musulmana. Iniziativa che, come fu per il tortellino bolognese a base di pollo, adesso potrebbe innescare nuove polemiche.

il giornale.it

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