Solo 3 anni per uno stupro. La difesa: “Subito appello”
Non può che far discutere la condanna di due ex militanti di Casa Pound che hanno stuprato ripetutamente una ragazza riprendendo le violenze sul telefonino, cercando poi di negare tutto sostenendo che la vittima era consenziente.
Perché Francesco Chiricozzi, 19 anni, e Riccardo Licci, 21 anni, che all’epoca del fatto era consigliere comunale del partito di estrema destra, venerdì pomeriggio sono stati condannati a pene tutt’altro che esemplari: tre anni il primo, due anni e 10 mesi il secondo.
Una sentenza che certo non aiuterà la trentaseinne viterbese violentata per due ore in un pub del capoluogo della Tuscia lo scorso 12 aprile ad uscire dal tunnel della disperazione in cui inevitabilmente è finita. Cosa sono i 40mila euro di risarcimento che le sono stati riconosciuti rispetto alle ferite dell’anima subite? L’avvocato Franco Turchini, che la assiste, ritiene ingiusta e troppo lieve questa sentenza e ha già annunciato l’intenzione di fare appello. L’accusa aveva chiesto condanne superiori ai quattro anni, ma la gup Elisabetta Massini ha dato credito alla tesi della difesa sulla situazione sfuggita di mano, respingendo quella che fosse una violenza organizzata. Gli imputati sono stati ritenuti colpevoli di violenza sessuale e assolti invece dall’accusa di lesioni. Prima che il giudice si riunisse in camera di consiglio hanno preso la parola e spiegato che si è trattato di una serata finita male, per la quale hanno già chiesto perdono. La scelta del rito abbreviato, che prevede uno sconto di pena, ha fatto il resto nella determinazione di una condanna destinata a suscitare polemiche. Del resto scegliere il rito ordinario, con il quale gli imputati avrebbero avuto la possibilità di inserire nel dibattimento nuovi elementi, non avrebbe avuto senso visto l’entità delle prove a carico, tra l’altro cristallizzate in un video che lascia pochi dubbi sulla colpevolezza dei due militanti di CasaPound. Immagini fin troppo eloquenti che mostrano la donna nuda e malconcia durante le sevizie, mentre Chiricozzi le dice «dai, non fare così, divertiamoci un po’», preoccupato più che altro che le riprese potessero non venire bene («Cazzo non se vede niente!»).
I tre si trovavano nel pub «Old Manners» di Viterbo. Si erano incontrati e conosciuti poco prima in un locale. A lei quei giovani erano sembrati simpatici e aveva deciso di seguirli nel pub del centro storico, gestito dai militanti di estrema destra. Qui, tra un bicchiere e l’altro, sarebbero cominciati i primi approcci che la giovane non è stata in grado di respingere. Per vincere i suoi tentativi di resistenza la vittima è stata colpita con un pugno. Poi sono cominciati gli abusi, andati avanti per un paio d’ore e ripresi con i telefonini. I video, diffusi poi tra gli amici, sono stati «esibiti come un trofeo», per usare le stesse parole dell’ordinanza di custodi cautelare. «Immagini aberranti», scrisse il gip Rita Cialoni.
Quando il padre di Licci le vide, subito dopo i fatti, suggerì al figlio di buttare subito il cellulare.
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