Milano, cattolici organizzano rosario per la salvezza della Chiesa
Un altro rosario organizzato in maniera spontanea per segnalare come la Chiesa cattolica debba essere supportata dal basso in questa fase di “confusione”. Il punto – dicono i promotori – è che alcuni ecclesiastici “hanno perso il gregge”.
E allora il gregge scende in piazza, per quanto la forma scelta sia comunque quella della preghiera.
Il manifesto di presentazione non lo afferma apertamente, ma il senso della iniziativa, che avrà luogo a Milano il prossimo 7 dicembre, alle 16.30, in piazza Duomo, è tutto nelle parole che uno degli organizzatori – una fonte che ha preferito rimanere anonima – ha rilasciato a IlGiornale.it: “Qui si tolgono tutti i peccati dal catechismo, e se ne aggiunge uno nuovo, di nuova invenzione, l’ecocidio, parola terribile perché ricorda il Deicidio: una parodia panteista”.
Papa Francesco, qualche giorno fa, ha parlato di “eco-peccati”, che forse verranno inseriti all’interno del Catechismo. Jorge Mario Bergoglio e le alte gerarchie del Vaticano stanno riflettendo su questa ipotesi. La pastorale sulla “ecologia integrale” potrebbe dare i primi frutti. Bene, il rosario di Milano rappresenta una sorta di contromisura.
Una contromossa, quindi, che intende porre un argine alle svolte dottrinali. Quelle che poco sembrano soddisfare le aspettative della base dei fedeli e che, con ogni evidenza, producono in alcuni forme coordinate di dissenso. La Chiesa cattolica – affermano coloro che hanno già aderito alla preghiera comunitaria milanese – non può trasformarsi in una Ong. E il “gretathunberghismo” deve rimanere confinato al di fuori delle mura del cattolicesimo.
Era già successo a Roma in ottobre, nello specifico in prossimità del Sinodo panamazzonico: le sofferenze della Chiesa – avevano sottolineato per quell’occasione – devono avere fine. Almeno cinquecento persone hanno pregato a pochi metri da piazza San Pietro. Esprimere malessere, però, può divenire una costante: già si parla di un terzo rosario per la salvezza della Chiesa. Bari è la meta individuata per la prossima tappa. Ma la data non è ancora stata resa nota.
La Puglia, nel tempo, è diventata un fucina del cattolicesimo tradizionale. Ma ascrivere il malessere provato nei confronti di certo progressismo al “fronte tradizionale” sarebbe riduttivo. Il moto di preghiera proviene, infatti, da una fonte indipendente dalle logiche di potere. E chi coordina i lavori non ama essere etichettato.
La strenua difesa del cardinal Camillo Ruini
Il cardinale Camillo Ruini, con ogni probabilità, non presenzierà. A Roma, il 5 ottobre scorso, erano presenti dei sacerdoti. Ma sono gli stessi organizzatori a non volere che gli alti consacrati si presentino. Sempre nel caso abbiano davvero desiderio di farlo. Altrimenti – segnalano dal comitato – il tutto verrebbe bollato come “di parte”. Non si tratta di fare opposizione al pontefice argentino, ma di pregare affinché la Chiesa, che è salva per definizione, possa uscire da questa situazione.
Eppure. le parole che ha pronunciato al Corriere il cardinal Ruini, non solo quelle sul dialogo con Matteo Salvini, continuano a far discutere. Uno degli organizzatori, del resto ci ha detto di essere “preoccupato proprio come Ruini per il tentativo di abolire il celibato”. Per comprendere meglio di cosa si stia parlando, bisogna fare un passo indietro: il Sinodo sull’Amazzonia, quello indetto dal Santo Padre, ha deliberato a favore dell’ordinazione dei diaconi permanenti ed amazzonici, che possono anche essere stati sposati.
Ora bisogna attendere le decisioni ufficiali del vescovo di Roma. Ma c’è un emisfero cattolico che non ne vuole sentir parlare. L’eventualità dei “viri probati”, poi, è interpretata anche peggio. Ma questo non è il solo aspetto ad essere stato sollevato da chi ha voluto dire la sua a IlGiornale.it.
Quegli uomini di Chiesa che “hanno tradito”
Le bordate vere e proprie arrivano quando si inizia a ragionare di responsabilità. La nostra fonte anonima ci va giù pesante: “Non è la Chiesa – ci dice – sono gli uomini di Chiesa a tradire, coloro che sono nella Chiesa ma non sono “della Chiesa”, non vi appartengono più perchè ne hanno rinnegato la fede”. E ancora:“I Padri della Chiesa hanno sempre detto che questo fenomeno esiste, e che un giorno sarebbe anche potuto divenire maggioritario. Oggi – ha voluto specificare l’organizzatore – è l’ora dei laici”. Poi arriva una considerazione che sembra un giudizio categorico: “La Chiesa conosce oggi il suo venerdì santo: c’è chi tradisce, c’è chi si nasconde… ma dopo il venerdì, dopo il silenzio del sabato, ci sarà la Resurrezione. Non dipende dagli uomini, ma da Dio. A noi però spetta chiederla, desiderarla, aspettarla, come le sentinelle della notte”.
Chi potrebbe partecipare
Come sempre accade in circostanze come queste, non è semplice elencare le persone e le sigle che potrebbero aderire. A Roma c’erano, tra gli altri, il vaticanista Aldo Maria Valli, il professor Francesco Agnoli e Dario Maria Minotta. Proprio la mail di quest’ultimo appare sulla locandina di cui siamo venuti in possesso. Si può pronosticare come a Milano i protagonisti finiscano per essere diversi rispetto al rosario romano, ma il trait d’union rimane lo stesso: nel decalogo valido per il rosario dinanzi piazza San Pietro, veniva domandato di non considerare più Emma Bonino un esempio positivo. E quello, ne siamo certi, rimarrà un precetto condiviso anche nella preghiera per la salvezza della Chiesa in piazza Duomo.
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