Presa la banda dell’Audi nera: colpi pure con persone in casa

I poliziotti del commissariato Aurelio hanno arrestato 6 persone ritenute responsabili di rapine in diverse ville del Nord e del Centro Italia.

La bandadell’Audi Nera, composta essenzialmente da albanesi, è stata fermata questa mattina nell’ambito dell’operazione “Massa San Giuliano”. Oltre ai 6 finiti in manette ci sono anche 9 denunciati a piede libero. I rapinatori avevano come basi le periferie romane di Tor Bella Monaca e Ponte di Nona.

Si tratta di un’associazione a delinquere composta da persone, tutte originarie dell’Albania, che entrava in azione esclusivamente durante le ore serali e notturne e che da Roma si spostava nelle città del centro/nord Italia per compiere numerosi furti e rapine. I reati venivano commessi anche quando le persone erano in casa e in diverse occasioni, oltre a denaro e oggetti preziosi, i ladri riuscivano a sottrarre anche le chiavi delle autovetture delle vittime che utilizzavano per i loro spostamenti e per commettere i successivi furti.

Decine i colpi messi a segno dalla banda nelle province di Frosinone, Ravenna, Perugia, Bologna, Modena e Reggio Emilia. Inoltre, le indagini hanno messo in luce collegamenti con diverse “batterie” operanti in altre città d’Italia tra cui Milano, Venezia, Vicenza e Ascoli. L’indagine, condotta dagli agenti commissariato Aurelio, diretto da Alessandro Gullo, è iniziata circa un anno fa quando i poliziotti sorpresero alcuni degli odierni arrestati mentre operavano “un cambio macchina” dopo aver commesso un furto nei comuni di Trevignano e Bracciano.

In quella circostanza gli indagati riuscirono a fuggire. Le successive indagini, portate avanti con intercettazioni e appostamenti su tutto il territorio nazionale, hanno messo fin da subito in luce l’esistenza di un gruppo strutturato di veri e propri professionisti che si vantavano di guadagnare in un solo inverno in Italia più di un milione di euro. I malviventi, al fine di guadagnarsi l’impunità e per eludere eventuali pedinamenti o appostamenti, adottavano sempre una serie di precauzioni e accorgimenti che li hanno portati perfino a sospendere le attività criminose e a far ritorno al paese d’origine per far calmare le acque.

In due occasioni, inoltre, i criminali, intercettati dalle forze di polizia, non hanno esitato a forzare violentemente i posti di blocco a Perugia e Frosinone, con rocamboleschi inseguimenti culminati con la distruzione delle autovetture. Scene da film. Gli indagati privilegiavano l’uso di Audi in allestimenti sportivi. Erano soliti nascondere le vetture rubate, tutte di grossa cilindrata, nei luoghi più disparati della capitale come ad esempio il parcheggio di un ospedale o in box privati. Grazie alla complicità di una fitta rete di fiancheggiatori, la refurtiva, gli attrezzi atti allo scasso, i lampeggianti, gli scanner, i telefoni cellulari completi di schede nonché l’attrezzatura per commettere i furti venivano nascosti in un terreno fuori Roma. Dopo mesi di indagini, gli investigatori hanno preparato il blitz nel covo romano e fermato la banda. Si spera per sempre.

il giornale.it

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