La pancia del Pd vuole andare al voto. Zingaretti se ne renda conto o Matteo Renzi lo travolgerà
Ma Zingaretti ci parla con i suoi parlamentari? Una mattinata alla Camera è sufficiente per cogliere quello che bolle nella pancia dei suoi deputati. Hanno capito che questa robetta del governo Conte è indigesta al popolo italiano e non intendono sacrificarsi persino accollandosi decine di migliaia di operai dell’ex Ilva in mezzo alla strada.
Se tanto mi dà tanto è probabile che a manovra economica approvata per forza d’inerzia, si apriranno le danze che ci porteranno – finalmente – al voto anticipato, a meno di miracoli che nella politica italiana sono sempre possibili. E chissà se nei suoi incontri americani, Zingaretti non abbia finalmente incassato qualche via libera a rendere più stabile il nostro Paese con un chiaro percorso democratico.
“Renzi ci aggredisce, restare immobili un suicidio”
Abbiamo visto diversi deputati piddini e le risposte sono uniche. Ormai i patti – soprattutto con i Cinquestelle – sono di pastafrolla. Con Italia Viva il Pd è alla frutta, con Renzi che teorizza pubblicamente la sua politica di aggressione al partito di Zingaretti. Restare immobili è un suicidio.
E visto che le elezioni probabilmente si perderanno – dicono gli onorevoli parlamentari – almeno risparmiamo il patatrac e andiamo al voto prima che entri in vigore quel taglio dei parlamentari che falcidierebbe il Pd in maniera spettacolare. Lo hanno voluto i grillini, lo hanno subito i democratici, lo pagherebbero entrambi. Italia Viva fuori carreggiata.
Insomma, un capolavoro. Ma non c’è solo questo ad angosciare comprensibilmente i parlamentari della sinistra. Nessuno capisce più gli ondeggiamenti di Zingaretti, che rischia grosso per la sua segreteria. “Non parliamo agli operai, non parliamo ai commercianti, ormai parliamo da soli”, dice sconsolato un fedelissimo. “Ci vuole il coraggio delle scelte”, afferma uno dei più giovani del gruppo e sembra quello che scrivemmo noi domenica scorsa. “Abbiamo resistito alle sirene di Renzi, l’indeterminatezza di Nicola non la comprendo affatto”.