“Qui lavorano dei fascisti”. A Bologna blitz contro gli esponenti FdI
“Ma si, parla con uno al cui padre sotto casa spararono una decina di colpi di pistola di cui 5 a segno. Io ho una dozzina di processi per le minacce e aggressioni subite.
Cosa vuole che sia un po’ di vernice? Anzi, stanno migliorando”. Galeazzo Bignami risponde così al Giornale.it, dopo il blitz di alcune persone che oggi a Bologna hanno lanciato vernice contro il palazzo dello studio legale del collega di partito Marco Lisei.
I due esponenti di Fratelli d’Italia sono da alcuni giorni al centro del dibattito politico per una diretta Facebook sull’assegnazione delle case popolari, in cui mostravano i campanelli di un palazzo in prevalenza con cognomi stranieri. Intorno all’ora di pranzo alcune persone si sono presentate sotto lo studio legale di Lisei “urlando” qualche frase e imbrattando il marciapiede con la scritta “no alle schedature”. Poi hanno appeso alcuni cartelli al muro con scritto “qui lavorano dei fascisti” insieme ad alcune foto del consigliere comunale e del deputato bolognese. “Ecco chi semina odio davvero”, dice Lisei. Bologna, il blitz allo studio del consigliere comunale Marco Lisei
Il consigliere comunale in una diretta Facebook fornisce l’indirizzo completo del suo studio, sostenendo di non aver “paura della privacy perché non c’è niente da nascondere”. Il riferimento, ovviamente, è all’esposto presentato al garante della privacy dall’avvocato Cathy La Torre dopo la pubblicazione del video da parte dei due politici. “Potete tornare – insiste Lisei – continuare a fare le vostre scritte e a fare quello che volete. Non cambieremo idea e continueremo a difendere i cittadini bolognesi, emiliano-romagnoli e italiani”.
Su Repubblica Gad Lerner aveva dedicato un intero articolo alla vicenda, sostenendo che i due esponenti di FdI volessero “schedare” gli stranieri. “Non abbiamo mai detto che quelle persone non erano legittimate ad avere la casa popolare, né che sono dei farabutti. Abbiamo solo letto i nomi per far capire come le assegnazioni al 60%” finiscano agli immigrati. Lisei parla di “caccia al nemico” e di “schedature mai fatte”: “Non abbiamo incitato all’odio con nessuno, noi invece siamo stati sommersi dalle minacce e oggi è stata messa in pratica la campagna nei nostri confronti”.
Sul blitz a suon di vernice è intervenuto anche Umberto Bosco, consigliere comunale della Lega a Bologna. “Solidarietà al collega per i minacciosi vandalismi subiti – scrive su Fb – È incredibile quanto fascisti siano i metodi dei sedicenti antifascisti”.
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