Neanche oggi Mattarella è riuscito a pronunciare la parola comunismo. Berlino libera da chi, presidente?
Presidente Mattarella, ma nemmeno oggi riesce a pronunciare la parola comunismo?
Bello, bellissimo (per non incorrere nel vilipendio…) il messaggio alla camomilla del presidente della Repubblica italiana per il trentennale dell’abbattimento del muro di Berlino. Ma limitare il tutto ad “un’Europa libera da barriere e totalitarismi” è davvero triste, perché non dà il segno del cambiamento reale. Sarebbe stato sufficiente ricordare l’apostolato di Papa Giovanni Paolo II, ma di questi tempi sembra non andare più di modo. Oppure, il coraggio di Mikhail Gorbaciov e della sua perestrojka, ne sarebbe bastato solo un pizzico per celebrarlo. Berlino è libera da trent’anni perché 500 morti nel passaggio da est a ovest sono caduti per la libertà.
Mattarella dimentica chi opprime i popoli dell’Est oggi
A Mattarella è sufficiente ricordare in un messaggio davvero scarno quegli eventi, assieme al monito, il solito, che serve a sollecitare un’”Europa senza più muri di divisione e di odio”. E già, di questi tempi chissà a chi si riferisce…
Presidente, è proprio quest’Europa a mettere sotto i suoi piedi i popoli che al comunismo si sono ribellati. Le legga le cronache dell’Est di oggi, altro che odio. E’ Bruxelles che sembra diventato il peggiore nemico di polacchi, ungheresi e di tutti coloro che mettono la sovranità nazionale in cima alle loro politiche. Perché è libertà. Ieri dalle armi, oggi da un’economia decisa a tavolino dai burocrati europei.
Nemmeno Napolitano….
Nel momento in cui persino il Parlamento europeo ha il coraggio di mettere sullo stesso piano – finalmente – nazismo e comunismo – da Mattarella ci saremmo aspettati un identico riconoscimento della realtà storica. Bene. ricordare quei ragazzi del 9 novembre 1989 che picconavano il muro, male, malissimo, dare l’idea di dimenticare chi perse la vita e chi gliela tolse con un’oppressione durata troppo a lungo. Ma dall’Italia col torcicollo ideologico non possiamo aspettarci di più probabilmente. C’è una sinistra che non ha ancora digerito quella nuova storia e ha contaminato persino chi doveva stare dall’altra parte. Eppure, Napolitano non sta più al Colle.