Fioramonti lo smemorato invita le scuole a ricordare il Muro di Berlino in zona Cesarini
C’è una legge a ricordare l’abbattimento del Muro di Berlino. Ma Fioramonti, il ministro che dovrebbe far celebrare la ricorrenza nelle scuole, se ne stava fregando. Presidente Conte, ma quanto durerà il suo silenzio di fronte alle sconcezze – ormai quotidiane – di questo suo uomo di governo?
Ieri è stato il Parlamento, con una risoluzione unitaria in commissione cultura fortemente voluta dai deputati di Fdi Mollicone e Frassinetti, a sollecitare il ministro a darsi da fare. Nulla di nulla. Eppure c’è proprio una legge dello Stato a mettere nero su bianco che cosa deve fare Fioramonti. E’ la legge 61 del 2005, composta di due articoli che anche un ministro come quelli che abbiamo potrebbe agevolmente comprendere.
Da Fioramonti circolare alle scuole l’ultimo giorno
Art. 1, comma 1. “La Repubblica italiana dichiara il 9 novembre «Giorno della libertà», quale ricorrenza dell’abbattimento del muro di Berlino, evento simbolo per la liberazione di Paesi oppressi e auspicio di democrazia per le popolazioni tuttora soggette al totalitarismo”.
Art. 1 comma 2: “In occasione del «Giorno della libertà», di cui al comma 1, vengono annualmente organizzati cerimonie commemorative ufficiali e momenti di approfondimento nelle scuole che illustrino il valore della democrazia e della libertà evidenziando obiettivamente gli effetti nefasti dei totalitarismi passati e presenti”.
Ti aspetti da settimane di leggere una circolare del ministro “competente” – ah, la forza delle parole… – che ricordi alle scuole che la giornata di domani va celebrata, spiegando agli studenti che cosa accadde trent’anni orsono. In Germania, in Europa. Il mondo assisteva emozionato al crollo di quell’odioso confine tra Berlino ovest e Berlino est. Vai sul sito del ministro e cerchi inutilmente nella normativa, speri di trovare un invito, un memo, qualcosa che faccia assomigliare Fioramonti ad un ministro degno di essere definito tale. Poi, nel tardo pomeriggio di oggi, praticamente in zona Cesarini, arriva il documento, a firma del direttore generale Maria Assunta Palermo. Oggi per domani. Con l’invito improvviso alle scuole “di promuovere iniziative volte alla conoscenza e all’approfondimento dei fatti che portarono il 9 novembre 1989 ad un processo di integrazione e incontro di persone e culture, rafforzando in Europa i valori di democrazia e libertà”.
Al ministro non gliene fregava nulla del Muro di Berlino
Nulla di concreto. Il trentennale del Muro sembrava non riguardare il ministero dell’Istruzione della Repubblica italiana. Nemmeno a poche settimane dal voto con cui il Parlamento europeo ha equiparato i crimini del comunismo al nazismo. Al ministro non gliene fregava nulla. Lui è a caccia di merendine da tassare, la libertà di un popolo e dei popoli non è in cima ai suoi pensieri. Ma che aspettate a cacciarlo via?
Solo ieri ci hanno messo la pezza. Ma è davvero grave pensare di poter ignorare nelle scuole quello che è consacrato dalla Storia e riconosciuto persino da una legge dello Stato, quello Stato che paga lo stipendio anche a personaggi come lui. I nostri ragazzi hanno il diritto di conoscere, e forse anche il dovere, che cosa accadde a Berlino trent’anni orsono. Apprezzare la forza morale di un grande Papa come Giovanni Paolo II. E sapere quante vite umane costò la liberazione da quel muro.
Per Fioramonti tutto questo non serviva. Al massimo per qualche cerimonia dove potrebbe persino avere la faccia tosta di presenziare per vanagloria.
Per fortuna c’è anche chi non dimentica, come Fratelli d’Italia e i Conservatori europei. Tra oggi e domani si terranno varie manifestazioni. Come quella di oggi pomeriggio a Roma e soprattutto quella di domani a Milano con Giorgia Meloni. Perché il sangue versato per abbattere quel Muro non si dimentica.