La manovra col “bianchetto”
La manovra col bianchetto. Le retromarce del governo sulla legge di Bilancio non finiscono più.
Dopo la batosta in Umbria l’esecutivo innesta la retromarcia. Dopo essersi rimangiato l’aumento della cedolare secca al 12,5 per cento, dopo aver tolto di mezzo l’ipotesi di una riforma del catasto (ventilata qualche settimana fa) adesso è il turno della tassa sulle auto aziendali. L’esecutivo infatti, secondo alcune indiscrezioni riportate dall’Adnkronos sta pensando di eliminare l’aumento del balzello che potrebbe incidere sulla busta paga di milioni di lavoratori. La norma sulle auto infatti potrebbe saltare con un colpo di bianchetto durante i passaggi parlamentari. Ma le sorprese dell’esecutivo non finiscono qui. Un’altra tassa molto contestate è la plastic tax.
L’imposta che va a colpire uno dei settori produttivi della nostra economia è sostenuta fortemente dai Cinque Stelle e criticata aspramente dalle opposizioni e anche da Italia Viva. Anche nel Pd l’imposta non è certo gradita. Il governatore dell’Emilia Romagna ha protestato a gran voce contro i dem e contro il ministro del Tesoro, Roberto Gualtieri. Infatti proprio l’Emilia Romagna ospita il principale distretto che pagherà le conseguenze di questa nuova tassa. Bonaccini teme il tracollo alle Regionali di gennaio e così ha chiesto al governo di fare un passo indietro. Passo indietro che a quanto pare ci sarà ma a metà. Infatti si starebbe pensando a un rinvio “significativo”, ben oltre la data di luglio di cui si vociferava nei giorni scorsi. Per il momento resta confermata la sugar tax ma anche su questo fronte non si escludono colpi di scena. Un rinvio sostanziale dei tempi di applicazione della tassa sulla plastica potrebbe generare conflitti nel governo: si tratta di una misura particolarmente cara ai 5 Stelle. Ma fonti del ministero dell’Economia spiegano che nei contenuti “la plastic tax funziona, è strutturata nel miglior modo possibile. Mentre sui tempi, si sta ragionando perché è l’unico aspetto che è possibile modulare”. Sullo sfondo, però, resta il problema delle coperture. Infatti dall’aumento delle tasse l’esecutivo si attende un gettito extra di circa 5 miliardi di euro. L’eliminazione di una di queste tasse o il rinvio potrebbe incidere sui calcoli che ha fatto il Tesoro. Nella maggioranza comunque la temperatura continua a salire. Zingaretti in serata ha attaccato Renzi per le sue posizioni sulla manovra mentre i Cinque Stelle cercano di blindare il balzello ambientalista sulla plastica. Le idee sono confuse e di fatto di quanto annunciato qualche settimana fa in manovra resta ben poco. Una manovra che comunque ha il sapore della stangata fiscale dato che sono spuntati aumenti sulle imposte per circa 5,5 miliardi di euro.
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