Rom, spaccio e prostituzione, i residenti: “Dimenticati dal Pd”

Carovane di furgoni e camper di rom, minimarket aperti tutto il giorno che vendono alcol e fanno da punto di ritrovo per poco di buono, spaccio di droga ed episodi di prostituzione.

Tutto questo avviene a quattro chilometri dal Duomo di Milano.

Ci troviamo alla periferia Est di Milano, a Calvairate. Qui, in via del Turchino, i civici 18-20-22 – di proprietà di Palazzo Marino e dati in gestione a MM-Metropolitana Milanese da anni – sono preda del degrado e della criminalità. E non è una novità: da tempo i residenti protestano con le istituzioni, bussando alla porta dell’amministrazione Sala per avere risposte, possibilmente concrete, ottenendo in cambio solo il silenzio: “Di risultati non se ne sono visti e non se ne vedono, nonostante la visita del sindaco a fine agosto: è venuto qui, ha fatto la sua passerella, ci ha parlato, ma di fatti non ne abbiamo visti. Siamo abbandonati”.

E, anzi, nelle ultime settimane la situazione è precipitata, visto che qualche nomade ha occupato le cantine di uno stabile, trasformandole in minuscoli alloggi clandestini. Gli stabili sono in rovina, costellati da un numero incalcolabile di lunghe e profonde crepe; numerosi, poi, i problemi con scarafaggi e pulci, e dietro i bidoni condominiali per la spazzatura qualcuno ha pensato bene di improvvisare una discarica abusiva. (CLICCA QUI PER VEDERE IL VIDEO)

Milano, quelle case popolari dimenticate
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Paolo Guido Bassi, presidente leghista di Municipio 4 attacca: “Questa di via del Turchino è una realtà che si conosce poco, perché siamo lontani dai riflettori, dalle copertine dei giornali e dai luccichii del centro e forse per questa ragione, chi di dovere, sembra essere poco interessato. Qui, però, la situazione è indegna: problemi di droga e (in)sicurezza anche dentro il complesso dovrebbero far suonare perlomeno un campanello di allarme”. E invece per Comune e MM la situazione non merita interventi particolari, visto che tutto viene lasciato andare come se di problemi non ce ne fossero. Basterebbe farsi un giro nel quartiere per rendersi conto del degrado imperante e capire perché i residenti hanno paura: decine di furgoni bianchi di rom parcheggiati in via Varsavia, minimarket di alcolici aperti ventiquattro ore su ventiquattro e frequentati da loschi individui. “Drogati, pusher e sbandati a tutte le ore del giorno, sempre. E guai a dirgli qualcosa: rischi davvero grosso. Anche perché nessuno ci difende…”, ci dicono gli abitanti, impauriti e sconsolati.

Molti gli abusivi che occupano gli appartamenti (senza dunque pagare un euro d’affitto a MM) e nutrito è il via-vai tra la strada e i cortili del circondario. Di sera cala la luce e la scarsa illuminazione agevola gli illeciti: “Dopo le sei di sera, ora che la luce va via prima, ci chiudiamo in casa e, se possibile, non usciamo vista la delinquenza che c’è…”, ci raccontano. Di notte è ancora peggio: si crea una vera e propria piazza di spaccio e i residenti ci parlano anche di un fenomeno di prostituzione.

“Paura e senso di abbandono sono imperanti. Qui, MM lavora poco e il Comune però dice che MM è modello virtuoso di gestione delle case popolari. Cantine occupate, enormi crepe nei muri, delinquenza, spaccio, prostituzione, raccontano una realtà diversa. La gestione pubblica delle case popolari non va affatto bene”, l’affondo di Francesco Rocca, consigliere Municipio 4 e presidente Commissione Sicurezza e Verde per Fratelli d’Italia.

Prima di andarcene, un signore ci si fa incontro: “Io cammino con la paura addosso. E come me anche tutti gli altri. Vorrei sapere perché paghiamo l’affitto e ci ritroviamo a vivere con questo disagio ogni ora, tutti i giorni: non è giusto”.

Milano, le cantine in ostaggio dei rom
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