Niente militari il 4 novembre: così i “prof” insultano la Storia

Niente militari a scuola per festeggiare il 4 Novembre. È questa l’ultima “protesta” di alcuni docenti di un liceo di Venezia, il Marco Polo, che hanno ha deciso di criticare in questo modo contro la decisione del presidete di invitare esponenti militari per celebrare la Festa dell’unità nazionale e delle Forze Armate.

Un giorno di unità, appunto, che celebra il sacrificio di centinaia di migliaia di ragazzi in divisa che presero parte a uno dei periodi più drammatici e profondi della nostra storia unitaria. Si celebra la vittoria, certo. Quella conquistata sul campo e col sangue. Ma si celebra anche il valore della pace: perché è il sacrificio dei soldati di allora in guerra, così come il lavoro dei nostri militari oggi, a ricordarne l’importanza.

Ma termini come sacrificio, dovere, identità nazionale, pace e senso della Storia non sono evidentemente condivisi da tutti: anche in un giorno che è per definizione Festa dell’Unità Nazionale. Così, le lancette tornano indietro di cento anni, di quando i nostri soldati e ufficiali di ritorno dalla guerra venivano accolti, tornati dal fronte, con freddezza se non con offese e attacchi. E oggi ricevono quella stessa accoglienza proprio dove invece dovrebbe formarsi il cittadino del futuro: la scuola. Tempio per eccellenza del confronto, del dialogo e dei valori condivisi, e che invece si trasforma in un’arena dove prevale l’ideologia invece che la memoria. Non il confronto, ma lo scontro. E dove il docente abdica al suo ruolo di maestro per dare invece un’impronta ideologica (e sbagliata) al 4 Novembre.

La domanda che si è posto il senatore Andrea Cangini di Forza Italia è la stessa che ci dovremmo porre tutti: “Che razza di insegnamento possono impartire ai giovani quegli insegnanti ‘pacifisti’ del liceo Marco Polo di Venezia che hanno impedito agli studenti di partecipare alle celebrazioni del 4 Novembre perché ‘non in linea con i principi dell’Istituto’?”. Una domanda che Cangini ha poi concretizzato in un’interrogazione in Senato per sapere se il ministro dell’Istruzione prenderà dei provvedimenti. Anche se da un ministro che definiva i poliziotti “corpo di guardia del potere” è difficile credere che possa uscire un provvedimento duro nei confronti del Marco Polo di Venezia. Perché è quella stessa base ideologica che oggi rifiuta i militari per il 4 Novembre con una opinabile ed erronea definizione di “pacifisti”. Quei prof non sono pacifisti, sono a loro modo belligeranti. Combattenti di una guerra che non dovrebbe esistere e che dimentica il valore delle Forze Armate in uno dei pilastri della nostra storia nazionale: il 4 Novembre. Una data che ci ricorda non la bellezza della guerra, ma il valore della pace, nata e mantenuta proprio grazie ai nostri soldati.

il giornale.it

Potrebbero interessarti anche...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.