“Avanti con o senza Conte…”. Renzi fa esplodere il governo
Per Matteo Renzi la permanenza di Giuseppe Conte a Palazzo Chigi è strettamente legata alle prossime mosse dell’esecutivo.
“Dipende da come funziona il governo, non da me”, ha detto il leader di Italia viva in un’intervista al Messaggero che ha fatto infuriare i Cinque Stelle. “I giochini di palazzo, appartenenti alla vecchia politica, non possono appartenere a questo governo”, hanno replicato i grillini con un post pubblicato su Facebook. “E – è l’avvertimento – se qualcuno ha strane intenzioni deve sapere che non avrà mai il supporto del movimento”.
Lo scontro è totale. Sul tavolo non ci sono soltanto le norme inserite nella manovra economica. Ormai qualsiasi argomento affrontato dalla maggioranza giallorossa sembra destinato ad allontanare i sostenitori di Conte. A partire dal tema dell’immigrazione che in queste ore è tornato caldo con gli assalti dei dem ai decreti Sicurezza voluti di Matteo Salvini e la richiesta di revisione del memorandum sulla Libia. Ma è sulla lenzuolata di nuove tasse inserite nella finanziaria che Renzi sembra voler far saltare il banco con piddì e Cinque Stelle mettendo in discussione proprio il ruolo del presidente del Consiglio. La prossima settimana la legge di Bilancio approderà in Parlamento e l’accordo di maggioranza, raggiunto mercoledì scorso, è già messo a dura prova. “Niente di personale sia chiaro: a me sta a cuore l’Italia non il futuro dell’avvocato Conte”, ha detto al Messaggero rinfacciando al presidente del Consiglio di essere stato a capo della maggioranza gialloverde che “ha azzerato la crescita in Italia”. Uno stop netto a chi tra quegli alleati, “che confondono i sondaggi con la politica”, lo immagina addirittura “candidato leader alle prossime elezioni”. “Per me l’unica preoccupazione è che l’Italia vada avanti, che le tasse non aumentino, che il Paese si rialzi: quindi spero che Conte lavori bene”, ha continuato il leader di Italia Viva assicurando di essere il primo a fare il tifo per Conte e a dargli una mano, “senza farmi film su domani”. “Che cosa abbia in testa Conte per il suo futuro mi è indifferente – ha, quindi, concluso – basta che adesso pensi a lavorare per il bene dell’Italia”. E con questo la certezza, che la legislatura possa arrivare fino al 2023, si è subito dissipata via.
Le parole di Renzi hanno ovviamente creato non pochi mal di pancia all’interno della maggioranza. In particolar modo i Cinque Stelle hanno subito attaccato l’alleato mettendo in chiaro che il ruolo del premier non è all’ordine del giorno, né oggi né in futuro. “Se qualcuno ha strane intenzioni deve sapere che non avrà mai il supporto del movimento”, hanno tagliato corto i grillini in un post su Facebook. Per i pentastellati non esiste futuro per questa legislatura “se qualcuno prova a mettere in discussione il presidente Conte con giochini di palazzo, immaginando scenari futuri decisamente fantasiosi”. “Lo stesso vale anche se si continua a indebolire quest’esecutivo attraverso messaggi che fanno male al Paese e che lo mettono continuamente in fibrillazione”.
Per il momento, insomma, sembra che soltanto Nicola Zingaretti e i suoi siano disposto a insiste con il suo atteggiamento “di responsabilità”, ma senza farsi per questo dettare l’agenda dagli alleati. Vale sul fronte sicurezza che per la manovra. “Toc toc… – ha scritto ieri su Facebook – c’è qualche altro leader che sostiene e che ha voluto questo governo, che lo difende dalle bugie e dagli attacchi della destra?”. Anche Dario Franceschini, ministro dei Beni culturali e capo delegazione del Pd al governo, ci ha tenuto a ricordare che il governo Conte è “l’ultimo di questa legislatura”. “Chi lo indebolisce con fibrillazioni, allusioni, retroscena di palazzo- ha sottolineato – fa il gioco della destra. Forse sarebbe ora di smetterla”.
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