Codici su casco, gilet e divisa: la legge Pd per schedare gli agenti

Ci avevano giร provato altre volte. Due almeno. Nel 2017 i grillini presentarono un emendamento in Commissione Affari Costituzionali al decreto legge sulla sicurezza urbana (Minniti).
Anno scorso ci riprovarono in tandem col Pd durante la discussione del decreto Sicurezza Bis. E ora sono proprio i dem a provare lโultimo assalto. Lโobiettivo รจ sempre quello: โschedareโ gli agenti schierati a difesa dellโordine pubblico.
Lo scorso 15 ottobre, in commissione Affari Costituzionali รจ approdata la proposta di legge nยฐ 1528 firmata da Giuditta Pini. Il solo numero forse non dirร nulla, ma il testo รจ chiarissimo. Lโarticolo 2 infatti prevede che โil casco di protezione indossato dal personale delle forze di poliziaโ riporti โsui due lati e sulla parte posteriore un codice alfanumerico che consenta lโidentificazione dellโoperatore che lo indossaโ. Il codice alfanumerico deve poi essere applicato anche al โgilet tatticoโ e โallโuniformeโ, in modo da essere โchiaramente visibile sia davanti che da tergoโ. In caso di mancato rispetto della legge, o se il codice viene โoscuratoโ o scambiato con altri poliziotti, la violazione costerร allโoperatore da 3mila a 6mila euro. Piรน le sanzioni disciplinari del corpo cui appartiene.
La proposta รจ stata presentata alla Camera lo scorso 23 gennaio e assegnata alla Commissione Affari Costituzionali il 15 ottobre 2019. Lโesponente dem riconosce โil compito centrale delle Forze di poliziaโ, ma sostiene sia necessario adeguarsi di โstrumenti per la tutela dei cittadiniโ contro โeventuali abusi del diritto che occasionalmente si potrebbero verificareโ.
Come noto i sindacati di polizia sono contrari. Perchรฉ il rischio รจ che alla fine si finisca col โdare addossoโ al povero poliziotto o carabiniere che passa ore a subire insulti, bombe carta e sassate e alla prima carica di alleggerimento rischia di finire sul patibolo. Lโidentificativo, dice al Tempo Gianni Tonelli, sindacalista e deputato della Lega, crea โavversioneโ e puรฒ โmettere in soggezioneโ chi si ritrova in tenuta antisommossa. Mentre per il segretario generale del Coisp Domenico Pianese รจ โuna vergognaโ.
Il fatto รจ che per la Pini la cronaca sarebbe piena di โepisodi in cui dopo abusi da parte delle forze di polizia non รจ stato possibile garantire tutela in sede giudiziariaโ proprio perchรฉ non si รจ stati in grado di identificare il poliziotto coperto dal casco. Quali episodi? Come fulgido esempio la deputata porta, cร va sans dir, i fatti del G8 di Genova. Ovvero un caso di 18 anni fa, senza perรฒ citare le migliaia di agenti feriti per colpa di โpacificiโ manifestanti a volto coperto.
Certo, la deputata del Pd ricorda che i numeri identificativi per gli agenti sono stati inseriti a Londra, Parigi e pure in Grecia. Ma il contesto รจ diverso, e forse non occorre scomodare troppo Youtube per notare le differenze di intervento delle forze dellโordine in quei Paesi. I nostri poliziotti a confronto sono angeli, e pure con le ali tarpate.
Una seconda parte della proposta di legge prevede invece lโintroduzione delle bodycam, ovvero le microtelecamere sulle divise degli agenti, in modo da registrare tutto quello che accade โin situazioni di criticitร per lโordine pubblicoโ. Sembra una compensazione: rendo identificabili gli agenti, ma registro pure le violenze dei manifestanti. Cโรจ perรฒ la fregatura. Mentre il codice dovrร sempre essere applicato, le bodycam potranno iniziare a registrare โsolo in caso di effettiva necessitร โ, cioรจ โin caso di concrete e reali situazioni di pericolo di turbamento dellโordine e della sicurezza pubblicaโ. E chi lo decide? Mistero. Le videocamere avranno una scheda vuota, che poi sarร riversata su dei server protetti. A quel punto le registrazioni verranno โconservate fino a quandoโ non sarร โaccertata la reale esistenza della situazione di pericoloโ. Se cosรฌ non sarร , verranno subito cancellate. Mentre la schedatura rimane.
il giornale.it