Nomadi, lo schiaffo leghista al Pd: campo sgomberato in soli 2 mesi

Quel campo nomadi c’è, o meglio c’era, da più di trent’anni. Siamo a Ferrara, a pochi chilometri dal centro. In via delle Bonifiche, proprio sotto i cavi dell’alta tensione, ci sono i resti dell’insediamento nomade.

I sinti vivevano in uno scenario raccapricciante, tra bagni comuni intasati dalle feci e fogne a cielo aperto che scorrevano accanto ai giochi dei bambini. Ora la neo amministrazione di centrodestra, come promesso in campagna elettorale, ha chiuso il campo. Un intervento record messo a segno in pochissimo tempo (guarda il video).

Ad agosto, dopo soli due mesi dalle elezioni nel Comune emiliano, è stata la volta dello sgombero. A inizio ottobre, invece, sono arrivate le ruspe per abbattere definitivamente le baracche in modo da evitare nuove occupazioni. “Qui ci abitavano 40 persone nella totale illegalità – spiega Nicola Lodi, vicesindaco e assessore leghista alla Sicurezza di Ferrara – C’era un regolamento che è stato totalmente disatteso, per cui le condizioni igienico-sanitarie erano al livello di una periferia africana. Qui non poteva vivere nessuno, nemmeno un animale”. Per 30 anni però ci hanno abitato donne, uomini e anche dei bambini. Due di loro, di 3 e 5 anni, erano addirittura sconosciuti a forze dell’ordine e assistenti sociali. “I genitori sono senza documenti”, spiega Lodi, “Arrivano da Roma e altri tre dei loro figli erano già stati dati in affido. Ma qui nessuno ha mosso un dito: i minori non censiti non erano seguiti dai medici, non avevano la residenza. Una violazione totale dei diritti umani”.

Nomadi, il campo sgomberato in tempo record
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Il campo si era trasformato nel tempo in buco nero d’illegalità “tollerato per troppo tempo dalle amministrazioni di sinistra”. Il tutto a spese dei contribuenti, con migliaia di euro di risorse drenate dalle casse pubbliche. I documenti degli ultimi dieci anni parlano chiaro: nel 2013 per il rifacimento dell’impianto elettrico sono volati via 34mila euro; tre anni dopo la messa a norma gli impianti idraulici è costata quasi 51mila euro; e nel 2016 sono stati pure demoliti e ricostruiti i bagni a 38mila euro. A questi vanno poi aggiunti 391.929 euro per l’energia elettrica e ben 94.042 per l’acqua. Un salasso. Il fatto è che, nonostante gli sforzi economici, il campo a inizio estate si presentava comunque in condizioni disastrose. “Potremmo chiamarlo lo scandalo delle spese pazze – dice Lodi – un milione di euro che non si sa dove sia finito”. La Lega ha presentato un esposto alla Corte dei Conti per danno erariale nei confronti della precedente amministrazione. Anche perché, ora che la situazione è sanata, il tutto costa al Comune “solo 2.800 euro”. Molti meno che in passato.

Ora i nomadi sono stati trasferiti in case vere e dovranno pagare luce, gas, acqua e affitto. “È gente che ha il reddito di cittadinanza e pensione perché ha dei figli invalidi”, aggiunge il vicesindaco. Tre famiglie state sistemate a Monestirolo, due a Cà Frassinetta e sei nuclei a Ferrara. “Un po’ di autocritica e vergogna da parte del Pd è venuta anche questa volta a mancare”, sottolinea Lodi che fa notare come il Pd abbia attaccato il Carroccio “su cose irrisorie” mentre per anni ha lasciato proliferare una situazione di totale illegalità. Il dato finale è sotto gli occhi di tutti: “Oggi nel campo non c’è più nessuno: i bimbi sono a scuola e le famiglie sono in una casa normale, pulita e sana dove possono vivere”. E le casse comunali ringraziano.

il giornale.it

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