Lecce, detenuto straniero aggredisce poliziotto ed infermiera
Nuovo grave episodio di aggressione ai danni di un agente di polizia penitenziaria avvenuto tra le mura del carcere di Lecce
Il responsabile, un extracomunitario di cui non è stata resa nota la nazionalità, era stato accompagnato in infermeria per far medicare dai sanitari una ferita riportata all’occhio ed alcune altre piccole lesioni. A finire vittima della furia del detenuto straniero, oltre ad uno degli agenti che lo aveva scortato, anche un’infermiera che si stava occupando delle cure del caso.
La denuncia e l’allarme per la situazione non più tollerabile arrivano dal vicesegretario regionale dell’organizzazione sindacale autonoma di polizia penitenziaria (Osapp) Ruggiero Damato. Aggressione a infermiera e poliziotto in carcere da parte di un detenuto stranieroPubblica sul tuo sito
“Basta con queste aggressioni. Basta con il silenzio assordante di un’amministrazione sorda e assente. Chiediamo la convocazione urgente di un tavolo, presso il Prap di Bari, con il provveditore dove chiederemo misure di sicurezza urgenti per il Corpo di Polizia Penitenziaria in tutti i reparti detentivi, soprattutto laddove sono presenti reclusi con problemi psichiatrici”, spiega il vicepresidente, come riportato da “LecceNews24”.
“Ribadiamo lo stato di agitazione che è stato già dichiarato dal Segretario generale Leo Beneduci, di cui sposiamo in pieno sia i contenuti che l’iniziativa, ma parteciperemo sempre alle trattative perché è lì che diremo la nostra e denunceremo, come abbiamo sempre fatto, l’inadeguatezza di questa Amministrazione sbilanciata verso diritti dei carcerati e che ignora la sicurezza e i diritti degli agenti.”, prosegue Damato. “Pertanto, visto che in questi giorni la politica sta mettendo a punto le candidature e i programmi per la prossima tornata elettorale per il rinnovo del Consiglio Regionale della Puglia, vogliamo sapere e vedere con fatti chi ha veramente a cuore la sicurezza e soprattutto la salvaguardia dei poliziotti penitenziari dentro e fuori le carceri”, conclude.
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