Roma, è emergenza pure nei cimiteri: “Un mese per una cremazione”
I problemi di Ama, la municipalizzata dei rifiuti capitolina, non riguardano soltanto l’immondizia ma anche la gestione dei cimiteri.
Ormai anche avere una degna sepoltura, nella Capitale dei disservizi, è diventata un’impresa, se non un lusso. Per essere cremati, infatti, le attese possono arrivare fino a un mese, mentre dare un ultimo saluto ai propri cari è possibile solo a fronte del pagamento di una tassa.
“La chiamano la stanza del commiato, paghi 255 euro per assistere alla cremazione”, ci spiega Silvana, che a luglio ha perso il fratello Toni. “È una speculazione sul dolore delle persone – commenta – ma questo è il minimo”. Per cremare la salma dell’uomo, venuto a mancare lo scorso 18 luglio, Silvana e la sua famiglia hanno dovuto attendere giorni e giorni. “Non ci hanno fatto sapere nulla per settimane, così il 10 agosto sono andata all’Ama e mi hanno risposto che avevano messo il corpo di mio fratello tra le salme sconosciute, mentre noi avevamo già pagato in contanti per il funerale, la cremazione e la tumulazione”, racconta. Solo dopo aver versato di nuovo la somma – che Silvana si è fatta restituire dall’agenzia di pompe funebri – direttamente agli uffici dell’Ama, il corpo di Toni ha potuto accedere alla cremazione.
Ben 28 giorni dopo la morte. “Abbiamo vissuto un incubo, non hai neanche il tempo di elaborare il lutto – denuncia – che devi metterti a combattere con la burocrazia”. Il problema, ci spiega il vicepresidente dell’Assemblea Capitolina, Francesco Figliomeni, è che gli impianti attuali possono sopperire a un massimo di 7mila cremazioni l’anno, mentre oggi le richieste sono quadruplicate. “I sei impianti distribuiti nelle necropoli romane non riescono a soddisfare la domanda, che è salita a 30mila persone, e il risultato sono attese infinite e situazioni a dir poco spiacevoli”. “Lasciare un cadavere abbandonato per mesi – osserva l’esponente di Fratelli d’Italia – può comportare anche la perdita di sostanze organiche, sono cose che in un Paese civile non sono tollerabili”. L’odissea di Silvana: “Un mese di attesa per cremare mio fratello”Pubblica sul tuo sito
Tra le soluzioni prospettate in un dossier di Ama per risolvere il congestionamento degli impianti c’è quella di appoggiarsi alle strutture di altre città, costruire nuovi cimiteri o addirittura mettere un limite alle cremazioni. “Nessuna di queste proposte, però, è stata portata avanti – continua Figliomeni – complice il bilancio di Ama che è in rosso”. “In queste situazioni il fatto di dover attendere significa rinnovare il dolore ogni giorno”, conclude il consigliere comunale che sul degrado generale dei cimiteri ha presentato anche un esposto alla procura della Repubblica. A fronte degli esborsi continui per le tasse cimiteriali più care d’Italia, infatti, i servizi offerti sono a dir poco inadeguati. Barriere architettoniche, sporcizia, guano, buche, radici sporgenti e scarsa sicurezza.
“Da quando hanno sepolto Toni mio padre non è mai potuto venire a deporre neppure un fiore”, accusa Silvana. A impedirglielo, infatti, ci sono quattro piani di scale. Un ostacolo enorme per un uomo di ottant’anni costretto su una sedia a rotelle. “Ci avevano promesso che a breve sarebbe stato installato un ascensore”, ci spiega. Ma il montacarichi non è mai arrivato. Nel frattempo, le palazzine che ospitano i loculi sono in balìa del degrado. Tanto che qualche settimana fa in una delle tombe del Pincetto, al Verano, è stato scoperto addirittura un chilo di cocaina, nascosto assieme a una pistola e relative munizioni. “Quando si viene al cimitero bisogna guardarsi continuamente le spalle”, denuncia Fiorenza, che qui ha la tomba di famiglia. I furti, e non solo quelli degli oggetti lasciati sulle tombe, sono all’ordine del giorno. All’interno l’acqua stagnante attira sciami di zanzare, e sono decine le aree transennate. “Considerando che per queste strutture si paga un canone di affitto giornaliero, tanto vale investire nei lavori di manutenzione, si risparmierebbe”, considera Figliomeni.
All’interno del cimitero poi, è un continuo introdursi di sbandati e senzatetto. La vigilanza non è sufficiente, è il coro unanime di chi frequenta questi luoghi. “I clochard si lavano e fanno i bisogni nei bagni messi a disposizione dall’Ama lasciandoli in condizioni disastrose”, segnala il consigliere comunale. Mentre usciamo dall’ingresso del Verano, la scena che vediamo è surreale: un gruppo di rom sta lavando i panni all’interno della fontana sulla piazza. Uno di loro si fa addirittura la barba. Nell’aiuola poco distante una persona dorme contornata dall’immondizia. “Sono anni che abitano qui”, ci dice un dipendente del Comune allargando le braccia sconsolato.
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