Ora lo dice la statistica: meno arrivi, meno morti
Meno sbarchi, meno morti? Ora lo certifica anche l’autorevole Centro studi e ricerche Idos, che ieri a Roma ha presentato il Dossier statistico immigrazione 2019.
Secondo i responsabili del volume, il 2018 è stato un «annus horribilis» per i migranti, principalmente a causa dei due decreti sicurezza del Conte I. Ma i numeri parlano chiaro: nel 2018 i morti in mare nel Mediterraneo sono stati 2.300, di cui 1.300 nella tratta italo-libica. Meglio prima? «L’anno precedente, in cui pure i morti e dispersi accertati erano stati più numerosi», ammettono i curatori, ce n’erano stati «oltre 2.800». Certo, il rapporto con chi partiva era più basso anche grazie ai salvataggi effettuati dalle navi delle ong. Punti di vista.
La realtà, stando ai numeri, è che «non solo nel 2017 il numero dei migranti sbarcati nel Paese era diminuito di oltre un terzo rispetto all’anno precedente (con le scelte dell’allora ministro dell’Interno Marco Minniti, ndr), scendendo a 119.310 casi, ma durante tutto il 2018 si è attestato ad appena 23.370; un numero crollato in un anno di oltre l’80%». Non è finita: nei primi mesi del 2019, con Matteo Salvini al Viminale, ci sono stati «solo 7.710 casi». Cioè due terzi di arrivi in meno e di conseguenza meno cadaveri in mare.
Quanto all’aspra critica dei «porti chiusi», il Dossier parla di «tattica recriminatoria verso l’Unione europea». Con cui l’Italia «ha evitato di accogliere un numero limitato di persone, circa 2 mila, sbarcate a Malta, per bene dieci volte, o in Spagna, in due occasioni». Più che tattica, un risultato che lo stesso segretario del Carroccio rivendica. Condivisibile o meno, il Dossier ne prende atto, anche a fronte degli altri numeri: in Italia ci sono già 5,2 milioni di stranieri (il 4,4% sono ultra 65enni), e tra loro si contano 400 mila disoccupati e 22 mila 224 detenuti. Siamo terzi in Europa dopo Germania e Regno Unito in un computo in cui rientrano anche 3 milioni e 700 mila non comunitari.
La fotografia dell’annuale Dossier ci dice pure che i disoccupati sono il 14,5% del totale nazionale; che nel 2018 ci sono state 112 mila acquisizioni di cittadinanza italiana, smentendo l’altra leggenda relativa al presunto isolazionismo creato dalle leggi in vigore. Come va invece nelle scuole? Presenti 842 mila alunni stranieri nei plessi italiani mentre sono circa 65 mila i bambini nati da coppie straniere. Il tessuto di integrazione vanta inoltre 2 milioni e mezzo di lavoratori, un decimo degli occupati nel Paese. Perlopiù dediti a servizi domestici per il 70 per cento delle donne, mentre circa il 43 per cento dei maschi lavora nell’industria e nell’edilizia. Stabile il dato sui matrimoni misti: 15 mila 454 nel 2017.
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