Carburante, la grande truffa alle pompe di benzina: contrabbando e tasse evase, quello che non sapete
La bellezza da 128.000 ispezioni, 16.000 reati fiscali e 18.000 persone incriminate. Numeri da capogiro per la truffa che più danneggia le casse dello Stato: quella relativa ai carburanti.
Nel servizio andato in onda nella mattinata di giovedì 24 ottobre su Coffee Break, il programma di approfondimento politico di La7 condotto da Flavia Fratello, l’inviato Francesco Bardaro è voluto andare a fondo sulla questione, mostrando i numeri e le modalità con cui questa frode va a colpire anche gli operatori, oltre che il Fisco. “Si può andare dall’evasione Iva e accisa all’importazione clandestina dei prodotti. Ogni fattispecie ha delle conseguenze negative per il Fisco e per gli operatori onesti. Abbiamo stimato che circa il 10% del prodotto è coinvolto e potremmo stimare dai dai 2 ai 3 miliardi di mancati introiti per lo Stato”, ha sottolineato il presidente dell’Unione Petrolifera Claudio Spinaci.
Il Governo sta provando, come gli esecutivi precedenti, di recuperare questa grossa somma di denaro, cosa complicata dal fatto che nel 2012 è stato liberalizzato il mercato dei carburanti. Per tale motivo, ha suonato l’allarme Marco Lorefice dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli: “Il numero degli operatori si è moltiplicato, così come il numero di soggetti titolari di deposito. Ciò ha comportato uno sforzo organizzativo e operativo significativo”.
Contrabbando ed evasione di Iva e accise sono le principali minacce per l’Erario, aggirato tramite intricati sistemi finanziari che si fanno beffe della leggi vigenti, le quali risultano totalmente inefficaci per contrastare il fenomeno. Le frontiere del Nord-Est sono le più usate per il contrabbando di carburante, con il porto diventato lo snodo più sensibile, poiché è il punto d’ingresso nel Paese.
L’informatizzazione dei controlli potrebbe giocare un ruolo fondamentale per rallentare o fermare il traffico illecito di carburante, ma sta facendo fatica ad affermarsi per via della crescita esponenziale del fenomeno. Anche il prezzo più basso della norma del carburante nei punti vendita contribuisce a penalizzare gli operatori onesti, i quali hanno sempre più difficoltà nel mandare avanti la loro attività.